I due fuoriclasse hanno legato a filo doppio la propria immagine con l’Autodromo Enzo e Dino Ferrari: ripercorriamo i rispettivi successi.
Chi è il pilota più amato, o in ogni caso rispettato, di tutti i tempi? Questione che si ripete da sempre, e che – come è giusto che sia – non troverà mai una risposta oggettiva. Moltissime varianti entrano in gioco con l’evolvere delle epoche, tanto che anche a pochi anni di distanza è praticamente impossibile mettere a confronto le abilità ed i risultati ottenuti nelle competizioni.
Questione di carisma
Il discorso si fa un po’ differente se si considera l’alone di carisma che ogni pilota è in grado di infondere negli appassionati. Si tratta di caratteristiche meno “palpabili”, e che non sempre corrispondono ai piazzamenti agonistici. Dal punto di vista psicologico, la capacità del singolo di esercitare la propria “influenza” su altre persone rappresenta una delle peculiarità del campione: senso di autorità, assoluta capacità di adattamento al mutare delle condizioni e dei tempi per volgerli a proprio leale vantaggio, leadership; ma anche umanità e abilità innata nel farsi ben volere dai tifosi.
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Due mattatori della F1 “moderna”
Con il Gran Premio dell’Emilia Romagna che domenica 1 novembre si svolgerà all’Autodromo Enzo e Dino Ferrari di Imola, due nomi su tutti salgono alla mente. Due autentici protagonisti della “vecchia” Imola, quella dove dal 1981 al 2006 si tennero ventisei edizioni del Gran Premio di San Marino e che hanno indissolubilmente legato la propria immagine al circuito del Santerno. Ayrton Senna e Michael Schumacher. Non tanto per quanto il destino ha riservato ai due autentici mattatori della Formula 1 “moderna”. Ma anche per le grandi imprese che l’indimenticato fuoriclasse brasiliano ed il sette volte iridato tedesco hanno scritto a Imola, a cominciare dal numero di rispettive vittorie. Ma andiamo con ordine.
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A Imola undici vittorie in due
L’albo d’oro del GP di San Marino racconta che Ayrton Senna ha trionfato in tre occasioni ad Imola:
- 1988
- 1989
- 1991.
Le cronache dell’”Enzo e Dino Ferrari” dicono che, per Michael Schumacher, i successi sono stati addirittura sette:
- 1994
- 1999
- 2000
- 2002
- 2003
- 2004
- 2006.
Per le “aride cifre”, fanno ben dieci successi in due (come dire quasi due volte e mezzo sul totale dei Gran Premi disputati ad Imola). Uno “score” che la dice già lunga sul legame fra i due supercampioni ed il circuito romagnolo.
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Nel carnet personale di Senna, ci sono poi da considerare le otto pole position ottenute ad Imola (la prima delle quali venne messa a segno nel 1985, anno del suo debutto in Lotus e della prima vittoria in F1 che arrivò al GP del Portogallo): un vero e proprio record, eguagliato soltanto dallo stesso Schumi (a Suzuka) e, in tempi ancor più recenti, da Lewis Hamilton (GP di Australia).
I successi di Senna a Imola
1988: la prima vittoria
Dopo la pole del 1985 (piazzamento in qualifica replicato nel 1986 e nel 1987), per Ayrton l’appuntamento con il gradino più alto del podio all’”Enzo e Dino Ferrari” era soltanto questione di tempo. Del resto, ci si era avvicinato proprio nell’85 (dovette ritirarsi a quattro giri dalla bandiera a scacchi per un’improvvisa noia al motore), aveva dovuto salutare anzitempo la compagnia nell’86 e si classificò al secondo posto nell’87, dietro a Nigel Mansell. La stagione 1988, quella del suo primo titolo mondiale, fu contrassegnata dalla strapotenza McLaren, che si aggiudicò ben 15 dei 16 GP (unica vittoria non marchiata Woking, l’”uno-due” di Ferrari a Monza, con Berger e Alboreto su tutti). Il GP di San Marino 1988 – quarta pole position personale a Imola – vide Ayrton in testa dall’inizio alla fine: fu, per lui, il primo successo personale di stagione e, ovviamente, dei successivi 34 in McLaren.
1989: inizia la burrascosa “convivenza” con Prost
La superiorità in pista dimostrata dalle due McLaren-Honda proseguì, nel 1989, con la conquista di un nuovo titolo mondiale Costruttori e Piloti (ad aggiudicarselo sarebbe stato Prost, al termine di una stagione accesissima che culminò con i fatti di Suzuka, la squalifica ai danni del brasiliano e il titolo mondiale nelle mani di Prost che tuttavia passò armi e bagagli in Ferrari per il 1990 ed il 1991). A Imola, dove Ayrton partì in pole position, la gara venne sospesa nel quarto giro per il pauroso incidente occorso a Gerhard Berger, che con la sua Ferrari 640 si schiantò all’esterno del Tamburello, venendo immediatamente avvolto dalle fiamme tuttavia subito tratto in salvo dai “Leoni della CEA” (gli addetti antincendio di servizio anche a Imola) e dai commissari di percorso armati di estintore. La seconda partenza vide Prost scattare davanti a tutti, per essere ripreso poco dopo da Senna, che si invola verso la seconda vittoria personale a Imola. Il compagno di squadra si aspettava che Senna mantenesse la posizione anzi ché “beffarlo” e vincere. Furioso dopo l’arrivo, giunse perfino a minacciare il team di rinunciare a prendere il via nella gara successiva; Ayrton, dal canto suo, ribatté di non essere stato assunto per prendere parte a gare-esibizione. Iniziò così il grande gelo fra i due, che si durò per diverso tempo e che viene ricordata come una delle rivalità più sentite fra due campionissimi dello sport.
1991: a Imola la 55. pole e la 29. vittoria
Dopo essersi ritirato nel 1990 (partito comunque dalla pole position ed avere condotto in testa i primi giri), Ayrton scrisse l’anno successivo il proprio nome per la terza volta nel “libro d’oro” di Imola, dove era arrivato con un bottino di quattro vittorie personali nelle gare precedenti. La gara racconta l’ennesima “pole” per lui (e la cinquantacinquesima in carriera), il successo finale davanti al compagno di squadra Gerhard Berger, che aveva sostituito Prost in McLaren, e un clamoroso distacco nei confronti degli avversari, a partire dal finlandese J J Lehto, giunto terzo ma già doppiato dalle due McLaren.
Le vittorie di Schumacher
1994: primo successo nel giorno fatale
Non ricorderemo ciò che avvenne nel tragico weekend di Imola ’94. Fiumi di inchiostro sono stati scritti da allora. Preferiamo focalizzarci su Michael Schumacher, all’epoca alla terza stagione completa in F1 ed in Benetton, sebbene non ci sia molto da dire. Soltanto che, al via della seconda partenza dopo l’incidente di Ayrton Senna, Gerhard Berger (Ferrari) fu sulle prime più lesto, per venire poco dopo ripreso da Schumi. Da segnalare, quel giorno, il secondo posto assoluto di Nicola Larini sull’unica Ferrari rimasta in gara dopo che Berger aveva dovuto ritirarsi per noie meccaniche.
1999: riporta la “Rossa” davanti a tutti dopo sedici anni
Il secondo successo personale di Schumi a Imola avvenne alla sua quarta stagione in Ferrari, ed in piena escalation di ritrovata competitività per le “Rosse” che, quell’anno, riportarono il Mondiale Costruttori a Maranello. E fu un trionfo di tattica: un irresistibile pressing di Schumacher su David Coulthard, rimasto unico alfiere McLaren dopo che Mika Hakkinen, in testa, aveva perso il controllo della monoposto alla Variante Bassa, andando “a muto” e ritirandosi; e una azzeccata strategia di doppio pit-stop che permise al ferrarista di tenere a bada l’avversario scozzese.
2000: di nuovo leader nell’anno del primo Mondiale in Ferrari
L’inizio del Terzo Millennio coincise con il primo titolo Piloti per Schumi in Ferrari (e la terza corona iridata personale). Al GP di San Marino, il tedesco conquistò la terza vittoria a Imola ancora una volta grazie ad una indovinata strategia di gara e ad un secondo rapidissimo pit-stop che gli consentì di uscire dalla corsia dei box davanti ad Hakkinen (in testa fino a quel momento). Una serie di “temponi” inanellati giro dopo giro per mettere più spazio possibile fra se ed il finlandese della McLaren, comunque determinato fino al termine della corsa a cercare di guadagnare terreno, permisero a Schumi di chiudere per la terza volta davanti a tutti.
2002: si consolida l’era-Schumacher
Quarta gara della stagione, il GP di San Marino 2002 iniziò e si svolse con l’incognita meteo: sotto la pioggia già durante le prove libere del venerdì, era evidente che ne condizioni apparivano ideali per un nuovo successo di Schumi, abile come pochi altri sul bagnato. La prima fila dello schieramento fu, in effetti, per le due Ferrari (compagno di squadra del tedesco era Rubens Barrichello), che partirono davanti alla coppia-Williams Ralf Schumacher e Juan Pablo Montoya. Scattato in testa, Schumi fece immediatamente il vuoto dietro di se. Era necessario guadagnare più vantaggio possibile con un’accorta strategia di soste ai box: e, in effetti, la quarta vittoria di Schumi a Imola si costruì così. In prima posizione fino al termine della gara.
2003: una vittoria triste
La stagione del sesto titolo mondiale Piloti per Schumacher fu contrassegnata anche dal successo a Imola. Ma fu, quella, una vittoria senza alcun festeggiamento sul podio; anzi; una delle gare più sofferte della propria carriera. Nelle prime ore del mattino della domenica di gara, la madre era deceduta per un male incurabile. Michael, insieme al fratello Ralf, ebbe appena il tempo di precipitarsi in aereo, subito dopo le qualifiche, alla volta dell’ospedale di Colonia per un ultimo saluto. Dopodiché, un altrettanto rapidissimo ritorno in autodromo. La gara, come detto, si concluse con una nuova vittoria: e tutti gli appassionati ricordano gli occhi di Schumi rivolti verso il cielo, la sua postura composta. Non c’era niente da festeggiare.
2004: … e fanno sei
Le prime tre gare di stagione avevano assistito ad altrettanti successi per Schumi. Per il primo GP europeo 2004, dunque, il ferrarista era già a punteggio pieno. La pole position in quell’occasione andò tuttavia a Jenson Button, abilissimo nello sfruttare una tattica ottimale a serbatoi quasi vuoti. L’inglese della BAR scattò in testa, seguito da Michael e da Juan Pablo Montoya, che fu peraltro il primo ad effettuare la sosta ai box (quasi tutte le squadre scelsero una strategia di tre soste). Dopo tre giri fu la volta di Schumacher, che dette poi il via ad una sarabanda di giri rapidissimi, con l’obiettivo di mettersi al sicuro per i pit-stop successivi. I fatti gli dettero ragione: e fu, per il “Kaiser”, la quarta vittoria stagionale, la sesta a Imola e la 74. in carriera.
2006: il settimo sigillo nell’edizione dell’addio
Due anni dopo, le posizioni nello schieramento di partenza furono invertite rispetto al 2004: pole position per Michael Schumacher, e secondo tempo per Jenson Button, passato in Honda. Al semaforo verde, le due monoposto rivali mantennero le posizioni: in testa Schumacher, e Button a seguire; dietro a loro, un ottimo Felipe Massa che agguantò la terza posizione ai danni di Fernando Alonso e di Rubens Barrichello. Le prime soste ai box furono proprio per Button e Barrichello, subito imitati dal duo ferrarista. Nel trentesimo giro, il secondo pit-stop di Button terminò con un episodio clamoroso: il bocchettone di rifornimento rimase incastrato. Button, ignaro di tutto, lo strappò nel ripartire, salvo fermarsi immediatamente dopo per far sì che i meccanici McLaren potessero estrarre il bocchettone. Notevolmente attardato, Button dovette lasciare il comando della gara a Fernando Alonso. Una serie di giri “a tutta”, culminati con il giro più veloce, prima di fermarsi anche lui ai box, per uscirne tuttavia dietro Schumacher. Quest’ultimo, tuttavia, fu alle prese con un fenomeno di graining, a tutto vantaggio di Fernando Alonso che ne approfittò per guadagnare del terreno. I box Renault richiamarono l’asturiano campione del mondo in carica per una sosta anticipata; tattica subito “intercettata” dal muretto Ferrari che richiamò Schumi nel giro successivo in modo da permettergli di staccare un “tempone” e rientrare davanti allo spagnolo della Renault. Così avvenne, e per Schumi fu la settima vittoria a Imola. Il successo dell’addio: per lui, che a fine anno si ritirò una prima volta dalla F1; e per il GP di San Marino, su qui calò il sipario dopo ventisei edizioni.