“Tirata” in nove esemplari secondo le esatte specifiche della supercar anni 50 derivata dalla D-Type, la XKSS sarà svelata a novembre.
“Tirata” in nove esemplari secondo le esatte specifiche della supercar anni 50 derivata dalla D-Type, la XKSS sarà svelata a novembre.
Jaguar conferma l’anticipazione, data nei mesi scorsi, del ritorno di XKSS, iconica supercar che negli anni 50 contribuì a rinforzare l’immagine dichiaratamente spotiva per il marchio di Coventry. La clamorosa notizia viene dunque comprovata in queste ore, insieme al “dove” e al “quando” della ghiotta occasione: la Jaguar XKSS “Continuation” (questa la sigla conferita alla roadster) sarà presentata al prossimo Salone di Los Angeles, che si svolgerà dal 18 al 27 novembre.
Non si tratterà, in ogni caso, di una vettura da grandi volumi di vendita: la Jaguar XKSS Continuation sarà “tirata” in appena 9 esemplari, tutti realizzati interamente a mano dagli artigiani di Jaguar Classic, divisione che, al pari di quanto impostato da altre Case auto fra le più prestigiose, si occupa della conservazione del patrimonio tecnico e di immagine del marchio. Tuttavia, sembra che sia tardi per sperare di accaparrarsene una: le nove unità preventivate per Jaguar XKSS Continuation hanno già trovato un garage disposto ad accoglierle. Le prime consegne avverranno dall’inizio del 2017.
Non fosse altro per la prestigiosa eredità che la “rinata” XKSS porta in dote. Concepita esattamente mezzo secolo fa e, oggi, considerata uno dei primissimi esempi di supercar nella storia dell’automobile, la Jaguar XKSS venne progettata sotto la guida di Sir Williams Lyons – il dinamico creatore dell’azienda, al timone della quale restò fino al 1972 – come edizione stradale della iconica D-Type, la biposto Sport (erede della C-Type) dai quattro freni a disco Dunlop che confermò l’immagine racing per Jaguar grazie alle tre vittorie consecutive alla 24 Ore di Le Mans: 1955, 1956 e 1957, e a numerosi successi in campo internazionale. Dal progetto D-Type (la vettura venne prodotta in 53 unità alle quali se ne aggiunsero 18 già pronte – gara), e specificatamente dal punto di vista dello stile, peraltro, derivò la E-Type che rappresenta un punto fermo nella storia Jaguar.
Un interessante “spin-off” è proprio la XKSS, ed è interessante notare come la supercar di Coventry fosse stata realizzata sulle giacenze in magazzino della D-Type: vetture complete rimaste invendute e telai ancora da completare costituirono la base aulla quale realizzare la XKSS, dietro un preciso obiettivo economico da parte di Lyons, che intendeva ottimizzare le scorte per recuperare i notevoli investimenti che si erano resi necessari per la realizzazione della D-Type. E, last but not least, consolidare lo sbocco commerciale negli Stati Uniti d’America (dove, del resto, la serie XK aveva venduto bene).
Rispetto alla D-Type, le modifiche operate per l’impiego stradale furono: l’aggiunta di un sedile al lato del posto di guida e di uno sportello per l’entrata e l’uscita del passeggero, un parabrezza più ampio e la finestratura laterale (tutti dotati di cornice cromata), il montaggio di nuovi paraurti la cui forma venne in seguito adottata dalla E-Type, fanaleria arricchita da sottili elementi cromati e una capote in tela. Assente la vistosa “pinna” posteriore che costituiva uno degli stilemi più evidenti di Jaguar D-Type.
Sotto il cofano, la Jaguar XKSS venne equipaggiata con il sei cilindri in linea da 3.442 cc, con testata in lega di alluminio e monoblocco in ghisa, distribuzione bialbero e alimentazione con una batteria di tre carburatori Weber 45 DCM e cambio a quattro rapporti. La potenza massima dello “straight six” era di 250 CV a 7.200 giri/min, per una coppia massima di 325 Nm a 4.500 giri/min. La velocità massima raggiungeva i 228 km/h, e l’accelerazione da 0 a 100 km/h richiedeva 5,2 secondi.
A causa di un incendio occorso negli stabilimenti Jaguar di Browns Lane la sera del 12 febbraio 1957, 9 dei 25 esemplari completi o semi-completi di Jaguar XKSS presenti in quel momento andarono distrutti: per questo, la produzione totale di Jaguar XKSS ammonta a 16 unità. Fra queste, una ebbe un proprietario illustre oltre che appassionato: Steve McQueen.
L’expertise Jaguar Classic si concretizza, oltre che sulla realizzazione di nuove XKSS, anche nell’impiego in pista della prima “Continuation”, overo la Lightweight E-Type lanciata nel 2015: la vettura sarà infatti impiegata nei programmi produttivi di XKSS. Il modello in questione (telaio numero 15) è una delle “Missing Six” prodotte nella formula “Continuation” nel 2015. È di proprietà di Stratstone Jaguar London e debutterà in pista il prossimo weekend, in occasione della prestigiosa Le Mans Classic che si tiene ogni due anni pari sul circuito della Sarthe.
Le “Missing Six” di Jaguar Lightweight E-Type (la produzione risale al febbraio del 1963) portano i numeri di telaio dal 13 al 18, e vennero ritrovate nel 2014. Per la riproduzione moderna della Lightweight E-Type, il Team Jaguar Classic ha replicato oggi i sistemi di lavorazione e produzione originali degli anni 60. I veicoli sono stati realizzati come veicoli da competizione d’epoca, e soddisfano le norme di omologazione FIA per l’automobilismo sportivo storico.