I segreti del cambio che ha rivoluzionato le trasmissioni automatiche
I segreti del cambio che ha rivoluzionato le trasmissioni automatiche
Spesso è identificato con sigle diverse, DSG, TCT, PDK, ma si tratta sempre dello stesso, fondamentale, componente, ovvero il cambio a doppia frizione, una soluzione che ha soppiantato, anche se non del tutto, gli automatici convenzionali.
Come spesso accade, origina dal motorsport, dove fu introdotto dalle mitiche Porsche 956 e 962, dominatrici, quasi incontrastate, delle gare di durata, per poi approdare sulle auto stradali con la Golf R32 nell’ormai lontano 2003. Adesso si trova ovunque, persino sulle auto ibride come la Kia Niro, ed equipaggia anche le supercar più blasonate come quelle con il Cavallino Rampante sul cofano.
Ma come funziona? Come indica la sua denominazione, si avvale di due frizioni e di due alberi, uno interno pieno e l’altro esterno cavo, su cui sono montanti gli ingranaggi dei rapporti: quelli dispari su uno e quelli pari sull’altro. Durante la marcia, entrambi gli alberi girano in contemporanea, ma il moto del motore viene trasmesso ad uno dei due alberi d’uscita solamente da quello che ha la frizione in posizione chiusa.
In pratica quando si apre una frizione e si chiude l’altra avviene il passaggio da un rapporto all’altro che si sviluppa molto rapidamente, anche in tempi inferiori ai 30 millisecondi, dipende dal tipo di auto e dalla sua destinazione d’uso.
Pratica, nonché coinvolgente, la possibilità di utilizzare le leve dietro il volante per cambiare in modalità manuale come sulle auto da corsa, ma spesso si può utilizzare anche la leva per passare da una marcia all’altra in maniera sequenziale, come avviene su alcune vetture da rally.