Prosegue il contenzioso fra ASPI e l’azienda toscana che nel 2000 aveva depositato il brevetto: la Corte d’Appello di Roma decide per tenere disattivati i sistemi di rilevamento delle medie in autostrada.
Tutor spenti: ora si attendono ulteriori sviluppi. Con tutta probabilità, si tratta di uno strascico della vertenza che, nelle scorse settimane, aveva portato la Corte d’Appello del Tribunale di Roma alla condanna, nei confronti di ASPI-Autostrade per l’Italia, per averne violato il brevetto, ingiungendole di disinstallare tutti i dispositivi già installati perché protetti da un brevetto a suo tempo registrato da Craft, una piccola azienda toscana (la sede è a Greve in Chianti), oppure di versare a quest’ultima 500 euro giornalieri come sanzione qualora ASPI e la Polizia stradale avessero proseguito nell’utilizzo dei sistemi. Dal canto suo, ASPI aveva avanzato una istanza di sospensione della sentenza di condanna (per definire un nuovo ricorso alla Suprema corte), andata respinta. E così, per il momento il dispositivo di rilevazione della velocità media dei veicoli Tutor sarebbe stato spento.
A nulla sarebbero valsi i “punti di forza” sui quali si basava l’istanza avanzata da Autostrade per l’Italia: la sicurezza stradale e, come sottolinea Il Sole 24Ore, la “Irreparabilità del danno la distruzione del sistema comporterebbe se la Cassazione accogliesse l’ulteriore ricorso della società”; del resto, la stessa Cassazione si era già occupata del “caso Tutor” nel 2005, rinviandone la questione in Appello e, contestualmente, fissando i principi sui quali, all’inizio di aprile, era stata successivamente decisa la condanna ad Autostrade per l’Italia.
Il rischio, anche tenuto conto degli imminenti “maxi esodi” estivi, è che sulla rete autostradale italiana gli incidenti dovuti a velocità eccessive possano conoscere un nuovo aumento: in questo senso, ASPI puntava i propri riflettori lla drastica diminuzione della mortalità sulle autostrade, che da quando (2005) prevede l’impiego dei sistemi di rilevamento della velocità media dei veicoli – e ne sanziona il superamento dei limiti – è diminuita del 70%, anche in virtù dell’utilizzo dei Tutor. Tuttavia, la Corte d’Appello di Roma afferma che la questione della sicurezza stradale, essendo cura dello Stato, non rientra fra gli interessi precipui ai quali ASPI può considerarsi portatore. Almeno, non dal punto di vista del controllo sulle velocità dei veicoli: in questo senso, il Codice della Strada (art. 14: “Poteri e compiti degli enti proprietari delle strade”) ne fa menzione, ma relativamente a provvedimenti in generale riguardanti “manutenzione, gestione e pulizia delle strade, delle loro pertinenze e arredo, nonché delle attrezzature, impianti e servizi… controllo tecnico dell’efficienza delle strade e relative pertinenze… apposizione e manutenzione della segnaletica prescritta… rilascio delle autorizzazioni e delle concessioni… segnalazione agli organi di polizia delle violazioni alle disposizioni di cui al presente titolo e alle altre norme ad esso attinenti, nonché alle prescrizioni contenute nelle autorizzazioni e nelle concessioni…”.