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Elisabetta Canalis senza cinture nello spot Lancia Musa

Di Giuseppe Cutrone
Pubblicato il 11 feb 2011
Elisabetta Canalis senza cinture nello spot Lancia Musa
La pubblicità non è sempre buona maestra. Lo conferma lo spot della Musa "5th Avenue", dove Elisabetta Canalis appare senza la cintura allacciata.

La pubblicità non è sempre buona maestra. Lo conferma lo spot della Musa “5th Avenue”, dove Elisabetta Canalis appare senza la cintura allacciata.

Nonostante non sia ancora andato in onda sta facendo discutere in Rete lo spot che vede protagonista Elisabetta Canalis nel promuovere la Lancia Musa “5th Avenue”.

Del filmato sono stati diffusi giusto alcuni fotogrammi, ma è proprio da queste prime immagini che potrebbe nascere un piccolo caso. L’ex velina, infatti, viene mostrata seduta sul sedile posteriore della piccola monovolume senza le cinture di sicurezza allacciate. E, a ben guardare, nemmeno il poggiatesta risulta regolato correttamente.

A sottolineare il particolare è stato Maurizio Caprino sulle pagine del blog Strade sicure, dove viene anche ricordata la precedente campagna in cui la “première dame” Carla Bruni, era seduta in posizione non corretta né dal punto di vista della sicurezza, né per quanto riguarda il comfort.

In questo caso, alla mancata regolazione del poggiatesta e a una posizione di seduta più simile a un set fotografico che a una situazione di viaggio a bordo della Musa, si aggiunge anche il mancato allacciamento della cintura di sicurezza, in barba alle campagne di sensibilizzazione verso l’uso del dispositivo e alle contravvenzioni con relativa sottrazione di punti elargite a chi infrange la norma che, va ricordato, impone l’obbligo delle cinture anche a chi occupa i posti posteriori, al contrario di quanto comunemente ed erroneamente si pensa.[!BANNER]

Si potrà obiettare che con ogni probabilità si tratta di una immagine scattata con velleità “artistiche” più che educative. Inoltre, è probabile che in realtà la vettura al momento dello scatto fosse ferma. Sta di fatto che la “svista” sulla sicurezza e il messaggio non certo educativo rimangono, e non stanno passando inosservati sul Web. In fondo, era tanto chiedere un po’ di attenzione in più?

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