F1, GP di Cina: Alfa Romeo Racing celebra 1.000 Gran Premi
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Il marchio del Biscione accompagna il Giubileo della Formula 1. In occasione del GP di Cina, che si svolge questo weekend sul circuito di Shanghai, ricorre il Gran Premio numero 1.000 della massima Formula: un “libro” che si articola su sessantanove capitoli, tante quante sono le stagioni agonistiche che si sono susseguite dal 13 maggio 1950, a Silverstone, autodromo all’epoca di recente costruzione essendo stato ricavato, nell’immediato dopoguerra, raccordando le tre piste di decollo dell’aeroporto militare della Raf edificato per scopi bellici nel 1943.
Fu proprio a Silverstone, che quel sabato di metà maggio del 1950 (la collocazione prefestiva costituiva, per gli sportivi di oltremanica, il giorno nel quale venivano svolte tutte le manifestazioni sportive: per motivi religiosi, la domenica era interamente lasciata al riposo) avvenne ufficialmente il primo atto del Campionato mondiale di F1.
Gli annali della gara indicano che, in quell’occasione, Alfa Romeo – all’epoca impegnata nelle competizioni con la “vecchia” Alfetta 158, di progettazione anteguerra ma costantemente aggiornata dopo la ripresa delle attività sportive, tanto da essere, all’alba della nuova serie iridata, la monoposto più “matura” e più competitiva del lotto delle Case contendenti – recitò un ruolo di autentica mattatrice: prima fila dello schieramento di partenza interamente “in Rosso Alfa” (pole position per Nino Farina, che al termine della stagione si sarebbe laureato primo campione del mondo F1; secondo miglior tempo per il veterano Luigi Fagioli; terza posizione per Juan Manuel Fangio; quarto tempo per il campione “di casa” Reg Parnell), con la Maserati del principe Bira ad insidiare il quartetto di testa; e, nella parte di possibili outsider, le poderose Talbot-Lago di Eugène Martin, Louis Rosier ed Yves Giraud-Cabantous, le altre monoposto del Tridente affidate ad Emmanuel de Graffenried e Louis Chiron. Poche speranze per le pur competitive (ma soltanto nelle gare a validità nazionale) Era, azienda inglese che di lì a poco avrebbe costituito la “base di partenza” per il (faticoso) debutto di Brm sui campi di gara. Non era presente Ferrari: il “Drake”, indispettito per l’ingaggio di partenza proposto dagli organizzatori e da lui ritenuto troppo basso, decise di non accollarsi la trasferta alla volta di Silverstone. Poco male: si sarebbe ampiamente rifatto l’anno dopo, quando l’erculeo argentino Jose Froilàn Gonzales (“El Cabezòn” o “Il Toro della Pampa”) diede al “Cavallino” la prima vittoria in un GP valevole per il Campionato del mondo. Stante l’assenza delle Ferrari dal GP di Gran Bretagna 1950, Alfa Romeo può dunque vantare un primato: è la Casa costruttrice presente tanto all’evento inaugurale dell’era F1, quanto alla millesima gara.
Schiacciante, in quel 13 maggio 1950, fu la supremazia Alfa Romeo: davanti ai massimi rappresentanti della Casa reale – fra essi: re Giorgio VI, la futura regina Elisabetta II, la sorella principessa Margaret, Lord Mountbatten (zio del principe Filippo di Edimburgo) e la consorte Edwina Ashley –, intervenuti per salutare con la loro presenza l’inaugurazione ufficiale del Campionato del mondo di F1, le quattro Alfa Romeo fecero letteralmente il vuoto, tanto durante le qualifiche quanto in gara: Nino Farina, partito dalla prima posizione, mantenne la testa della corsa – facendo anche segnare il giro più veloce – fino al traguardo, che raggiunse dopo 70 giri, in un tempo finale di 2h13’23”6. Al secondo posto giunse l’espertissimo Luigi Fagioli: il campione di Osimo (già 52enne) non ebbe problemi a mantenere la posizione, soprattutto dopo il ritiro di Juan Manuel Fangio (62. tornata) per problemi di lubrificazione. Il podio della memorabile giornata di Silverstone venne completato dalla terza Alfa Romeo iscritta, quella portata in gara da Reg Parnell.
A fine campionato, delle sette gare valide per la classifica, la 158 se ne aggiudicò sei, disertando come tutti i costruttori europei la 500 Miglia di Indianapolis. A partire dal debutto al GP di Silverstone, l’Alfa Romeo sarà imbattuta, conquistando i primi tre posti della classifica e vedendo Nino Farina primo iridato della neonata Formula 1. Un successo ripetuto nell’annata successiva, quando la monoposto 159 conquistò nuovamente il titolo mondiale grazie al campione Juan Manuel Fangio.
A 69 anni dall’appuntamento che inaugurò il Campionato mondiale di F1, e… 1.000 GP dopo, Alfa Romeo è nuovamente ai nastri di partenza: con il team Alfa Romeo Racing e le due monoposto C38 (qui il nostro approfondimento di presentazione) affidate all’ex ferrarista (e campione mondiale 2007) Kimi Raikkonen, e ad Antonio Giovinazzi, primo pilota tricolore a otto anni dall’ultima apparizione stabile di un pilota italiano al volante di una Formula 1. Un ritorno “ufficiale” salutato, fra l’altro, con la proposta delle serie speciali Alfa Romeo Racing per Giulia e Stelvio, modelli attualmente più rappresentativi per il “Biscione”, svelati nelle scorse settimane al Salone di Ginevra come omaggio alle monoposto impegnate nell’attuale stagione agonistica.
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