DEEVA, la self-driving car di VisLab
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La ricerca italiana si conferma all’avanguardia con il progetto DEEVA dell’Università di Parma.
Con una presentazione andata in scena al campus universitario di Parma, il team VisLab ha mostrato ufficialmente DEEVA, nuovo prototipo di automobile in grado di guidare da sola o, per dirla all’inglese, self-driving car. Un progetto che affonda le proprie radici negli anni ’90, finalizzato allo sviluppo di una tecnologia che sia in grado di portare sulle strade veicoli del tutto autonomi, riducendo il numero di incidenti causati da distrazioni o comportamenti irresponsabili dei conducenti.
A guidare il gruppo di ricercatori è il prof. Alberto Broggi, che nell’occasione ha illustrato gli obiettivi raggiunti e le sfide che ancora attendono VisLab. La vettura presentata è dotata di un complesso sistema di sensori e laser scanner in grado di ricostruire una versione in tre dimensioni dell’ambiente circostante, identificando gli ostacoli fermi e quelli in movimento, in modo da evitarli calcolando in tempo reale la direzione da seguire e regolando la velocità.
Il veicolo è stato realizzato modificando un modello Audi con l’installazione di attuatori per volante, pedali e leva del cambio, una centralina di controllo, l’interfaccia posizionata nell’abitacolo e un pacco batterie sistemato all’interno del bagagliaio insieme a quattro rack contenenti schede elettroniche e processori. Questi sono necessari per l’elaborazione delle immagini stereoscopiche catturate dalle telecamere che vanno a comporre una riproduzione panoramica a 360 gradi di tutto ciò che circonda l’auto.
I test su strada pubblica effettuati lo scorso anno con il prototipo precedente BRAiVE hanno fornito dati incoraggianti e, con il lavoro su DEEVA, il team del prof. Broggi compie un ulteriore passo in avanti. I punti di forza di questa nuova vettura sono tre: impiego di sensori a basso costo (per contenere le spese), profonda integrazione nel telaio (in modo da nascondere quasi completamente le componenti) e riconfigurabilità. Quest’ultima caratteristica sarà particolarmente importante per gli sviluppi futuri del progetto, che potranno essere implementati mediante un semplice aggiornamento software, lasciando del tutto inalterato il comparto hardware.
Perché una tecnologia di questo tipo possa trovare uno sbocco commerciale sarà necessario attendere qualche anno. Bisogna innanzitutto perfezionare il sistema per garantire la sicurezza dei passeggeri in qualsiasi situazione, anche in caso di imprevisti. Poi è necessario che il legislatore intervenga modificando la normativa oggi in vigore, poiché il Codice della Strada non prevede la possibilità di far circolare veicoli non comandati da un conducente, se non con una specifica autorizzazione.
Il progetto di VisLab, dimostrazione concreta del piglio innovativo “made in Italy”, non è l’unico di questo tipo. Altre realtà di tutto il mondo sono al lavoro per mettere a punto l’automobile che guida da sola. Tra queste anche Google, che ormai da qualche anno sta conducendo test negli Stati Uniti per il perfezionamento della sua self-driving car, il cui debutto è previsto tra il 2018 e il 2019.
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