Distanza di sicurezza: come calcolarla per una guida sicura
Come calcolare la distanza di sicurezza? È un valore determinabile con delle formule matematiche, oppure si tratta di valutazioni da fare “a occhio”? E quanto bisogna tenersi distanti dal veicolo che precede, per essere ragionevolmente certi di non rischiare un tamponamento? La questione della distanza di sicurezza si presenta (e con ragione!) a tutti gli automobilisti, i motociclisti e gli autotrasportatori già sui banchi della scuola guida. In effetti si tratta di un problema di fondamentale importanza, perché il traffico congestionato, le condizioni meteo, la strada che si sta percorrendo, il tipo di veicolo che si sta guidando (comprese le sue condizioni d’uso relativamente a carico, usura dei freni e degli pneumatici, presenza o meno di dispositivi di sicurezza attiva e ausilio attivo alla guida), nonché le condizioni psicofisiche del conducente influiscono sulla distanza di sicurezza.
In questa guida analizziamo nei minimi dettagli cosa si intende per distanza di sicurezza in auto, come la si può calcolare, quali variabili sono da considerare per il calcolo della distanza minima di sicurezza in auto, quale distanza tenere nella guida in città, sotto la pioggia e quanto spazio bisogna tenere fra la nostra auto e i veicoli speciali che precedono.
- Come calcolare la distanza minima di sicurezza in auto?
- Distanza di sicurezza: cosa dice il Codice della Strada
- Variabili da valutare per il calcolo
- Velocità
- Tempo di reazione
- Efficienza del veicolo
- Carico
- Traffico e condizioni stradali
- Veicolo che ci precede
- Calcolo della distanza di sicurezza tra veicoli (con formula)
- Distanza di sicurezza in città
- Distanza di sicurezza con la pioggia
- Distanza di sicurezza veicoli speciali
Come calcolare la distanza minima di sicurezza in auto?
Per il calcolo della distanza minima di sicurezza da tenere in auto, occorre tenere presente che si tratta della distanza da rispettare dal veicolo che precede, in modo da poter fermare l’auto senza tamponare quella davanti. Valutare quale distanza minima di sicurezza occorre mantenere non è sempre uguale. Si deve considerare diversi fattori che possono influire sullo spazio di frenata:
- Tipo del veicolo, eventuali sistemi di sicurezza attiva e ADAS installati, stato di efficienza della vettura;
- Velocità;
- Condizioni atmosferiche;
- Visibilità;
- Condizioni del traffico;
- Caratteristiche della strada;
- Pendenza della strada;
- Condizioni del manto stradale;
- Carico a bordo;
- Prontezza di riflessi del conducente, e tempi di reazione.
In linea generale, gli esperti consigliano di considerare la distanza percorsa dal veicolo che precede nel tempo di un secondo. Si tratta di una determinazione teorica, che fa riferimento al lasso di tempo richiesto in media per decidere se l’accensione dello “stop” da parte del veicolo che precede rende necessaria una frenata (tempi di reazione). Dando quindi per assodato che la vettura che precede abbia davanti a se uno spazio di arresto uguale a quello del veicolo che segue.
Va peraltro considerato – come indica il portale online dell’ACI – che al raddoppio della velocità corrisponde uno spazio di frenata quadruplo. Per questo, è essenziale avere cura di non scendere mai al di sotto di alcune distanze minime (nemmeno nella fase iniziale di un sorpasso), che tuttavia sono riferite a situazioni generiche:
- Almeno 25 m se si viaggia a 50 km/h (cioè lo spazio longitudinale di due pullman);
- Almeno 40 m se si procede a 90 km/h (cioè più di due autosnodati);
- Almeno 130 m se si viaggia a 130 km/h (ovvero più di un campo di calcio).
A questi valori bisogna poi aggiungere lo spazio che il veicolo percorre durante il tempo di reazione da parte del conducente (ne parliamo diffusamente più sotto, in un paragrafo dedicato).
Per conoscere lo spazio percorso in un secondo, vale un metodo empirico quanto efficace: è sufficiente, ad esempio, tenere d’occhio l’ambiente esterno mentre si viaggia. Quando, ad esempio, il veicolo che precede transita sotto un cavalcavia, o in prossimità di un segnale, basta contare quanti secondi trascorrono prima di giungere nello stesso punto.
Attenzione: i valori sopra indicati, avverte l’ACI, non devono essere presi in considerazione in caso di guida con la nebbia, sotto la pioggia o – in senso più ampio – se le condizioni meteo non sono favorevoli.
Distanza di sicurezza: cosa dice il Codice della Strada
Per la distanza di sicurezza, è fondamentale rispettare ciò che dice la legge. Nello specifico, l’art. 149 del Codice della Strada, che al comma 1 prescrive quanto segue:
“Durante la marcia i veicoli devono tenere, rispetto al veicolo che precede, una distanza di sicurezza tale che sia garantito in ogni caso l’arresto tempestivo e siano evitate collisioni con i veicoli che precedono”.
Come si vede, non c’è alcuna indicazione precisa di quanti metri di distanza bisogna lasciare liberi rispetto al veicolo che precede (è tuttavia vero che in alcuni tratti di strade e autostrade caratterizzati da intenso traffico o che presentano condizioni tali da rispettare una distanza minima, il CdS prevede che possano essere collocati i segnali di divieto che impongono di mantenere la distanza minima di sicurezza indicata).
L’indicazione della distanza di sicurezza da tenere fra veicoli viene prescritta dal comma 2 dello stesso art. 149 del Codice della Strada, sebbene ci si riferisca a casi particolari:
“Fuori dei centri abitati, quando sia stabilito un divieto di sorpasso solo per alcune categorie di veicoli, fra tali veicoli deve essere mantenuta una distanza non inferiore a 100 m. Questa disposizione non si osserva nei tratti di strada con due o più corsie per senso di marcia”.
A sua volta, il comma 3 dell’art. 149 CdS stabilisce una distanza minima da tenere rispetto ad alcune categorie di veicoli:
“Quando siano in azione macchine sgombraneve o spargitrici, i veicoli devono procedere con la massima cautela. La distanza di sicurezza rispetto a tali macchine non deve essere comunque inferiore a 20 m. I veicoli che procedono in senso opposto sono tenuti, se necessario, ad arrestarsi al fine di non intralciarne il lavoro”.
Attenzione alle multe: seppure – come abbiamo visto – in linea generale l’indicazione precisa di una distanza di sicurezza “standard” non venga prescritta (questo, come si accennava in apertura, perché dipende da molteplici fattori che – come è ovvio – non sono uguali per tutte le strade e in qualsiasi condizione di traffico, del conducente e di stato d’uso dei veicoli), il Codice della Strada punisce con ammende, provvedimenti di sospensione della patente e sanzioni penali (per i casi più gravi).
Nel dettaglio, il comma 4 dell’art. 149 CdS dice che “Chiunque viola le disposizioni del presente articolo è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da 42 euro a 173 euro”. Se, per non avere tenuto un’adeguata distanza minima di sicurezza, deriva una collisione con danni gravi ai veicoli tali da determinarne la revisione straordinaria, si applica una sanzione amministrativa da 87 euro a 344 euro (art. 149 comma 5 CdS). In caso di recidiva, vale a dire la stessa violazione ripetuta due volte nell’arco di due anni, si applica la sanzione accessoria della sospensione della patente da uno a tre mesi. E ancora: se in seguito alla collisione derivano lesioni gravi alle persone, il conducente è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da 430 a 1.731 euro, salva l’applicazione delle sanzioni penali per i delitti di lesioni colpose o di omicidio colposo.
Variabili da valutare per il calcolo
Per il calcolo della distanza minima di sicurezza, bisogna considerare diverse variabili: tutti elementi che concorrono a dover mantenere una certa distanza dal veicolo che precede, e che – appunto – possono essere differenti in base alla situazione in cui ci si trova, allo stato del mezzo e della strada, alla velocità, alle proprie capacità di reazione e all’intensità del traffico:
- Tipo del veicolo;
- Presenza o meno di sistemi di sicurezza attiva e dispositivi di ausilio attivo alla guida (ad esempio: ABS ed ACC-Adaptive Cruise Control);
- Stato della vettura (condizioni delle sospensioni, usura degli pneumatici);
- Carico a bordo del veicolo;
- Velocità alla quale si sta procedendo;
- Condizioni atmosferiche e visibilità verso l’esterno;
- intensità del traffico;
- Condizioni del manto stradale;
- Caratteristiche della strada e pendenza;
- Prontezza di riflessi del conducente;
- Tempi di reazione.
Velocità
Per una valutazione “a occhio” della distanza minima di sicurezza, occorre considerare che più la velocità è elevata, più bisogna tenersi distanti dal veicolo che precede. È una regola da tenere sempre in mente, perché la distanza di sicurezza si ottiene sommando lo spazio di frenata ai tempi di reazione da parte del conducente.
Tempo di reazione
Nella valutazione della distanza di sicurezza da tenere, conta anche il tempo di reazione. Con questo termine si intende il tempo compreso fra il momento nel quale ci si accorge che bisogna intervenire sui comandi del veicolo e l’inizio della fase di frenata. Il tempo di reazione può variare, nella maggior parte dei casi, fra mezzo secondo e un secondo e mezzo. In media si considera un secondo come tempo di reazione. Per la distanza di sicurezza, bisogna sommare il tempo di reazione allo spazio di frenata.
Ad esempio: se si viaggia a 50 km/h e ci si accorge in un secondo di dover frenare, il veicolo ha nel frattempo percorso una quindicina di metri. Lo spazio di frenata a 50 km/h è di circa 11 metri, dunque l’intera manovra richiede non meno di 25 metri. Se si procede a 100 km/h, è necessaria una trentina di metri come tempo di reazione: sommato questo valore ai 40 metri (almeno) di spazio di frenata, risulta una distanza minima di sicurezza di almeno 70 metri.
La prudenza, e l’onestà con se stessi riguardo alle proprie condizioni psicofisiche, non devono comunque mai mancare: se ci si sente stanchi, i riflessi rallentano, e di conseguenza aumenta il tempo di reazione.
Efficienza del veicolo
Per la distanza di sicurezza, anche le condizioni d’uso della vettura sono importanti. Non solamente a livello di equipaggiamento in termini di dotazioni di sicurezza attiva e ADAS, quanto – e soprattutto – riguardo all’efficienza del veicolo. Se è vero che gli “aiutini” elettronici rappresentano un’innegabile mano in più per la sicurezza di marcia, alla base di tutto devono esserci la prudenza dei conducenti, i tempi di reazione e, appunto, le condizioni della vettura. È chiaro che se si viaggia con pneumatici usurati, oppure ad una pressione di gonfiaggio errata, gli spazi di frenata aumentano. Lo stesso per l’impianto frenante, che dev’essere in ordine ed evitare scompensi e bloccaggi delle ruote, e per le sospensioni, che devono agire in modo da non causare repentini trasferimenti dinamici di peso durante le fasi di frenata.
Carico
Chi pesa di più, impiega anche più tempo (e quindi necessita di più spazio) per fermarsi. Questo è chiaro: dunque, se si viaggia a pieno carico si è sottoposti ad una forza di inerzia maggiore rispetto a quando si procede a minimo carico (presenza del solo conducente a bordo, e nessun peso supplementare). Per questo, è importante procedere con cautela, e mantenersi ad una distanza maggiore dal veicolo che precede rispetto a quella che si terrebbe in condizioni di leggero carico.
Traffico e condizioni stradali
Per le condizioni descritte più sopra, il traffico e le condizioni stradali rappresentano due delle variabili da considerare in ordine alla valutazione della distanza di sicurezza. Se la viabilità è fluida, il manto stradale è in buono stato e ci si muove a velocità mediamente sostenute (è il caso delle autostrade e delle superstrade), è necessario mantenersi più distanti dal veicolo che precede. Viceversa, in città e nelle tangenziali più trafficate è possibile avvicinarsi un po’ di più (perché le velocità sono inferiori), tuttavia si deve prestare ancora più attenzione perché una frenata improvvisa, se non rilevata con assoluta rapidità, può dar luogo a un tamponamento. Vietato, quindi, procedere “paraurti contro paraurti o quasi”.
Veicolo che ci precede
Il veicolo che precede costituisce il principale segnale da tenere in considerazione per la distanza di sicurezza da tenere. Considerato che a 50 km/h, in linea di massima sono necessari almeno 25 m di distanza (almeno 40 metri se si viaggia a 90 km/h e non meno di 130 m se si procede a 130 km/h), è importante calcolare, anche empiricamente, quanto spazio va lasciato libero rispetto alla vettura che ci precede. Se si tiene presente che il tempo di reazione può variare fra mezzo secondo e un secondo e mezzo, nel caso in cui si viaggia a 100 km/h si perdono non meno di 30 metri prima di iniziare a frenare.
Calcolo della distanza di sicurezza tra veicoli (con formula)
Le distanze minime di sicurezza di cui sopra indicate nel portale online dell’ACI (ovvero: 25 m se si viaggia a 50 km/h; 40 m se si procede a 90 km/h; 130 m se si viaggia a 130 km/h) vengono calcolate con una semplice formula, utile a calcolare – in modo approssimativo tuttavia ragionevolmente sicuro – una buona distanza di sicurezza da tenere. È sufficiente dividere per 10 la propria velocità (espressa in km/h), ed elevare il risultato al quadrato.
Per questo, è buona norma, ad esempio, mantenere una distanza minima di 25 metri se si viaggia a 50 km/h.
Distanza di sicurezza in città
Quando ci si sposta in città, e in ambito metropolitano (basti pensare, tanto per fare un esempio, alle tangenziali che nelle ore di punta devono sopportare correnti di traffico intenso), i congestionamenti dei flussi di veicoli sono all’ordine del giorno. Per evitare tamponamenti, è buona norma non avvicinarsi troppo al veicolo che precede, anche perché nessuno può dirsi sicuro che il relativo conducente possieda tempi di reazione rapidissimi, o che la dotazione di quella vettura presenti la frenata autonoma d’emergenza.
Distanza di sicurezza con la pioggia
Nella guida sotto la pioggia, gli spazi di frenata aumentano del 20-30% (tant’è vero che il Codice della Strada impone di non superare, in caso di pioggia, il limite massimo di 110 km/h anziché 130 sulle autostrade, e 90 km/h anziché 110 sulle strade extraurbane principali, ovvero superstrade). Per non parlare di quando nevica: in questo caso, gli spazi di arresto possono anche quadruplicare. Occorre, quindi, ancora più prudenza, e calcolare una distanza di sicurezza tale da evitare tamponamenti e garantirci un’adeguata visibilità.
Distanza di sicurezza veicoli speciali
Come indica il Codice della Strada, se si viaggia dietro un veicolo speciale bisogna tenere una precisa distanza di sicurezza. Nella fattispecie, l’art. 149 CdS prescrive almeno 20 metri quando sono in azione macchine spargisale o sgombraneve. Di più: chi viaggia in senso opposto, se necessario deve anche fermarsi per non intralciare il lavoro.
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