Distributori: arriva l'obbligo di esposizione dei prezzi medi di benzina e gasolio
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Arriva un nuovo strumento a salvaguardare l’automobilista, adesso, infatti esiste l’obbligo di esposizione del prezzo medio da parte dei distributori di carburante. Questa nuova soluzione è stata confermata, per i gestori che non si uniformeranno sulle strade italiane, possono giungere delle multe salata: possono essere tra le 200 e 2.000 euro tenendo anche conto del livello di fatturato.
Un nuovo scenario
Nonostante ci sia stato uno sciopero da parte dei benzinai, è stato conservato l’obbligo di esposizione del prezzo medio calcolato su base regionale per le stazioni poste sulla rete ordinaria. Mentre, per gli impianti autostradali, la media viene calcolata su base nazionale. Inoltre, è stato anche inserito anche un obbligo di comunicazione settimanale e infrasettimanale al variare del prezzo comunicato.
Oltre all’ultimo obbligo e, nonostante esistano già diverse applicazioni che svolgono questa tipologia di servizio (come ad esempio “prezzibenzina”), viene anche immesa un’app pubblica gratuita a disposizione degli utenti delle strada per scoprire i prezzi medi del carburante senza incappare in qualche spiacevole sorpresa.
Le sanzioni per i distributori
Per quanto riguarda le sanzioni, nel caso in cui ci fosse una mancata comunicazione settimanale o una reiterata omessa segnalazione di ogni variazione dei prezzi, verrà inflitta una sospensione da 1 a 30 giorni dopo quattro mancate comunicazioni nell’arco di 60 giorni. Inoltre, le sanzioni sono fissate tra 200 e 2.000 euro tenendo conto del livello di fatturato, come abbiamo segnalato nelle righe iniziali.
Prime reazioni
Dopo la notizia dei contenuti dell’emendamento per i distributori, sono arrivate le prime reazioni. Stroncatura da parte dell’Unione nazionale consumatori, il cui presidente, Massimiliano Dona, commenta così: “Una presa in giro degli italiani! Per questo abbiamo chiesto in audizione alla Commissione Attività produttive della Camera di non convertire in legge un decreto che finisce per peggiorare la normativa vigente. Contro i 200-800 euro annunciati dal ministro Urso, l’innalzamento della sanzione massima è ridicola, considerato che la legge prevedeva da anni multe da 516 a 3.098 euro e che il decreto n. 5 pubblicato in Gazzetta aveva portato gli importi, rispettivamente, a 500 e 6000 euro. Insomma, in realtà la sanzione massima viene ridotta a un terzo, da 6.000 a 2.000 euro. Considerato che nel 2022, su 5.187 verifiche della Gdf, le violazioni sono state ben 2.809, il 54,2%, mentre nel solo mese di gennaio 2023, nonostante i benzinai fossero sotto i riflettori, su 2.518 interventi, ben 989 sono state le contestazioni, il 39,3%, è evidente anche a un bambino che le multe dovrebbero salire e non certo diminuire”.
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