Documento unico di circolazione: via ufficiale alla sperimentazione
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Il caldissimo inizio dell’estate 2019 potrà essere ricordato per una notizia fra le più attese in materia di snellimento della burocrazia in ambito automobilistico: il via alla sperimentazione del Documento unico di circolazione (qui un nostro approfondimento). Ovvero lo strumento (più volte annunciato negli ultimi anni) che accorpa carta di circolazione (il “libretto”) e certificato di proprietà, attualmente ancora distinti, e che presto si uniranno sotto un unico documento.
Le prime consegne avverranno ufficialmente il 1 gennaio 2020; nel frattempo – ed ecco la “big news”, sebbene non sia ancora chiaro quanto possa essere, all’atto pratico, il risparmio in termini di costi per gli automobilisti – in questi giorni ha preso il via una prima fase, a titolo sperimentale, dell’iter che con l’inizio del prossimo anno porterà, appunto, al varo del Documento unico di Circolazione e proprietà.
Nello specifico, la sperimentazione viene gestita dal Comitato tecnico sul Documento unico, che riunisce Motorizzazione Civile e Pubblico Registro Automobilistico: il programma ha carattere volontario, e a tutt’oggi è stato accolto da un ristretto numero di agenzie di pratiche auto (alcune fonti Web indicano sei uffici, presenti su tre province), per quanto è probabile che entro la fine dell’estate vi sarà un graduale aumento, tenuto conto del fatto che dal 1 ottobre 2019 il programma di sperimentazione sarà obbligatorio per tutti gli uffici di pratiche auto in Italia. In estrema sintesi, la “preparazione” che prelude all’emanazione del Documento unico di circolazione è dunque doppia: dal 1 luglio al 30 settembre, appunto “volontaria”; e “generale” dal 1 ottobre al prossimo 31 dicembre.
Tecnicamente, il primo periodo appena avviato si incarica di procedere alla verifica della compatibilità di interfaccia tra i sistemi informatici di Motorizzazione Civile ed Automobile Club e gli “schedari” del Pra (che contengono tutto ciò che concerne la proprietà di ciascun veicolo circolante, compresi eventuali atti amministrativi quali fermi ed ipoteche) e dell’Archivio nazionale Veicoli (che tiene conto di tutti i dati tecnici del veicolo e l’indicazione dell’intestatario). Ciò fino al 31 dicembre: con l’inizio del nuovo anno, il “tradizionale” Certificato di proprietà – che da tempo non è più cartaceo, ma informatico – non esisterà più. Ogni nuovo acquirente di veicolo a motore, così come nei passaggi di proprietà di veicoli usati, riceverà il Documento unico, ovvero un nuovo libretto di circolazione al cui interno sono presenti i dati che competono al Pubblico Registro Automobilistico.
Con l’entrata in vigore del nuovo documento, si concretizza quindi un allineamento burocratico fra l’Italia e gli altri Paesi dell’Unione Europea, nei quali il foglio di circolazione e di proprietà sono, appunto, riuniti in un unico “foglio”. A tutto vantaggio, almeno in teoria, dei costi di produzione dei documenti stessi, della loro archiviazione nonché delle funzioni di controllo svolte dalla pubblica amministrazione, nella fattispecie il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Quanto all’effettivo beneficio economico per l’utente, dati alla mano ogni automobilista verrebbe a risparmiare 39 euro, stante l’eliminazione dei due bolli da 32 euro complessivi e la riduzione, da 27 euro a 20 euro, della tariffa del Pubblico Registro per l’iscrizione o la trascrizione del veicolo all’ACI.
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