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Ecclestone dice no alla serie alternativa alla Formula 1

Di Leopoldo Canetoli
Pubblicato il 10 giu 2009
Ecclestone dice no alla serie alternativa alla Formula 1
Il boss della Formula 1 avverte i costruttori della FOTA: se si farà una serie alternativa si andrà in tribunale

Il boss della Formula 1 avverte i costruttori della FOTA: se si farà una serie alternativa si andrà in tribunale

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Nella bagarre stretta tra FIA e FOTA, tra Mosley e i costruttori, entra ora in extremis anche un’altra voce importante, quella di Bernie Ecclestone, che mette in guardia i costruttori minacciandoli di adire a vie legali se adotteranno una strada aggressiva e metteranno in atto piani per lanciare una serie alternativa.

In attesa delle decisioni del 12 di Giugno e della pubblicazione degli iscritti al Mondiale 2010, Ecclestone, riporta il Daily Express, ribadisce che citerà in giudizio i costruttori se proveranno ad allontanarsi dagli attuali contratti con le televisioni, il personale  e gli sponsors.

Se proveranno a mettere su una serie alternativa, e io penso non ne siano in grado – ha detto Bernie – ci saranno grossi problemi per loro. Al di là dei miei contratti con le squadre, se qualcuno si permetterà di spostare persone sotto contratto, società, televisioni, lo attaccheremo duramente…ora starò a vedere, ogni azione costerà centinaia di milioni di sterline, chi può sapere quanto…

Sebbene la FOTA veda questa rottura come l’ultima spiaggia, ci sono già diverse persone importanti che pensano che i costruttori possano lanciare una loro serie alternativa il prossimo anno. Ecclestone peraltro pensa che sarebbe molto difficile per le squadre mettere insieme questo campionato in un tempo così breve.

Non sono sicuro – continua il Padrino – che le dirigenze di squadre come BMW e Toyota, che stanno già molto attente ai costi, vogliano rischiare di portare alla bancarotta le loro squadre per finire in una serie alternativa che non sia il Mondiale F.1 della FIA…costa un sacco di soldi mettere insieme questa serie.

Al momento attuale noi aiutiamo le squadre che arrivano, gli facciamo correre con i loro sponsors di fronte a televisioni che io ho sotto contratto. Questo denaro arriva alle squadre e loro sono in grado così di spenderlo. Sarebbe molto diverso se loro dovessero aiutare le squadre giovani, trovare gli uomini giusti, fare i contratti con le televisioni – e noi abbiamo le migliori – e promuovere il campionato.

Ed è lo stesso per i piloti, loro vogliono vincere il Mondiale F.1 FIA, non credo sia la stessa cosa per un un campionato che vale molto meno. Infine le squadre hanno avuto la possibilità di rifirmare il Patto della Concordia del 1998 che li avrebbe protetti dai cambiamenti tecnici di Max Mosley, ma loro hanno detto di no“.

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