Il primo modello 100% elettrico di Zuffenhausen ha completato un nuovo test di resistenza: percorsi 3.425 km sul tracciato salentino.
In attesa di vederla “dal vivo” alla presentazione ufficiale fissata per il 4 settembre, e subito dopo a recitare il ruolo di portabandiera Porsche verso la nuova mobilità elettrificata all’imminente Salone di Francoforte, per Porsche Taycan la fase di messa a punto ha portato a termine, nelle scorse ore, un test sulla durata delle 24 ore. L’impegnativa prova si è svolta lungo l’anello di alta velocità del circuito di Nardò, il tracciato salentino costruito da Fiat nel 1975 e ceduto nel 2012 a Porsche Engineering, società controllata dal marchio di Zuffenhausen, che ne ha mutato la denominazione in Nardò Technical Center.
Il primo modello 100% elettrico di Porsche, equipaggiato con due unità “zero emission” da 600 CV ed in grado – secondo quanto comunicato dai vertici della “Cavallina” tedesca negli ultimi mesi – di raggiungere un’autonomia massima nell’ordine di 500 km, ed un tempo di ricarica all’80% di energia in appena 15 minuti sfruttando le colonnine a tecnologia CCS-Combined Charging System da 350 kW, ha percorso 3.425 km in 24 ore, viaggiando ad una velocità media compresa fra 195 km/h e 215 km/h.
I test di resistenza
All’inizio di agosto, un prototipo pre-serie di Porsche Taycan era stato impiegato, nell’area del campo di aviazione di Lahr (località situata nel Baden del sud) in uno stress-test sull’accelerazione (26 scatti consecutivi, da 0 a 200 km/h, nei quali era stato evidenziato un tempo medio di poco meno di 10”): in quell’occasione, i tecnici Porsche avevano voluto studiare la quantità di potenza erogata dalla coppia di motori elettrici della nuova supersportiva “zero emission” di Zuffenhausen anche in situazioni particolarmente probanti.
Vince anche sugli ostacoli ambientali
Adesso, ed a volere dimostrare che, a prescindere dal tipo di alimentazione adottato, “una Porsche rimane tale anche se viene dotata di motori elettrici”, un ulteriore risultato arriva dalla lunga sessione di prova sul tracciato di Nardò: il test sulla distanza, condotto per di più nel cuore dell’estate mediterranea, dunque in condizioni climatiche altrettanto impegnative. Sull’area salentina, si sono registrate punte di temperatura ambientale di 42° C, e ben 54° C sull’asfalto. “Ostacoli” naturali che non hanno scalfito la progressione di Porsche Taycan, che ha portato a termine il collaudo necessitando solamente dei pit-stop per il cambio dei piloti e per le ricariche “fast charge” ricorrendo agli “hub” ad 800V di tensione appositamente installati da Porsche lungo il circuito. Sul taccuino delle performance messe in evidenza da Porsche Taycan, dunque, i positivi riscontri in termini di efficienza powertrain nelle più impegnative condizioni di velocità e di guida.
Tecnologia di ricarica ereditata dal WEC
Come ogni Porsche, alla base del progetto Taycan c’è del resto una chiara ispirazione alle tecnologie messe a punto per le competizioni: per dimostrare al mondo la propria natura “competitiva”, i tecnici di Zuffenhausen puntano i propri riflettori sulla volontà di conseguire un primato. Che non è tanto rivolto ai record di velocità o tempi-monstre al Nurburgring, quando – come si accennava – al mantenimento di performance inalterate sulla distanza; e la rapidità di sosta per la ricarica. A questo proposito, in virtù dell’elevata tensione (800V) delle batterie agli ioni di litio che deriva dalla tecnologia degli accumulatori che in anni recenti ha equipaggiato la plurivittoriosa Porsche 919 Hybrid, la imminente Porsche Taycan è in grado di accumulare l’80% di carica in quindici minuti, come detto facendo ricorso alle nuove colonnine CCS a 350 kW, e garantire a conducente e passeggeri fino a 400 km di autonomia.