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Tesla Model S: arrivano gli aiuti di Obama

Di Redazione
Pubblicato il 25 giu 2009
Tesla Model S: arrivano gli aiuti di Obama
La berlina elettrica del produttore californiano piace a tutti, anche al Governo americano che ci mette lo zampino

La berlina elettrica del produttore californiano piace a tutti, anche al Governo americano che ci mette lo zampino

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In tempi di crisi le notizie su finanziamenti statali erogati ai fabbricanti di automobili sembrano ormai una triste consuetudine. Tesla, che certamente non soffre guai paragonabili ai giganti di Detroit, ha accordato con il Governo americano un presito di 465 milioni di dollari per accelerare la produzione e la commercializzazione della Model S, la berlina da 57.000 dollari che dovrebbe vedere i concessionari a partire dal 2011.

Non si tratta quindi di un salvataggio, forse il contrario: Tesla sarà tra le prime industrie ad accedere ai 25 miliardi di dollari del programma ATVM (Advanced Technology Vehicle Program), il progetto finanziario del Governo Obama per ridurre la dipendenza dai combustibili fossili e proporre una mobilità ad emissioni zero.

Tesla ha già dichiarato come intende impiegare questi finanziamenti: 365 milioni verranno utilizzati per iniziare la produzione della Model S, avviando le operazioni in un modernissimo impianto che a regime (nel 2011) impiegherà circa 1000 addetti.

I 100 milioni rimanenti saranno impiegati per avviare la fabbricazione di motori elettrici in un secondo impianto e, notizia molto interessante, questa produzione sarà offerta a tutti i costruttori di automobili, una scelta che potrebbe accelerare la transizione voluta dal Governo Obama.

Emergono contemporaneamente ulteriori dettagli sulla futura Model S: a fronte di un prezzo d’acquisto sui 60mila dollari, il costo chilometrico “rapportato” a una berlina tradizionale è di circa 35mila dollari (compresi gli incentivi di Stato). Il risparmio, sebbene consistente, non proviene soltanto dall’eliminazione del carburante con tutte le sue fluttuazioni di prezzo, ma anche dalle ridotte spese di manutenzione, grazie alle minori usure e un numero decisamente inferiore di componenti necessarie alla propulsione della vettura. Vanno poi aggiunti i risparmi su assicurazioni, tasse, posteggi e incentivi che ogni Paese offre a chi si intende muoversi “ad emissioni zero”.

L’autonomia prevista, vero tallone d’Achille delle auto elettriche di oggi, sarà su tre tagli: 160, 230 o 300 miglia con una sola ricarica, variabile in base alla configurazione di batterie e rapporti utilizzati. In ogni caso la ricarica dovrebbe essere semplice come la Tesla Roadster attualmente commercializzata, grazie alla dotazione di un inverter che permette il rapido collegamento alla normale rete elettrica per fare un pieno in 45 minuti.

In alternativa Tesla prevede un “battery swap” in soli 5 minuti, un tempo paragonabile a quanto necessario per fare un pieno di carburante. Il costo stimato per 230 miglia (370 chilometri) è di circa 5 dollari, un valore inavvicinabile da qualsiasi mezzo di trasporto dotato di motore a combustione interna.

Non resta che attendere “lo sbarco” di Tesla in Europa, pianificato a Londra, Monaco e Montecarlo, ma soltanto successivamente all’apertura (entro l’estate) dei punti vendita di New York, Chicago, Seattle e Miami. Ora ci chiediamo: possibile che nessuno nella congestionata Europa non abbia ancora proposto una valida alternativa, ancor più se si pensa che la Tesla Roadster è parente stretta della Lotus Elise?

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