Un concreto giro di vite alla mobilità futura: la proposta presentata dalla Commissione Europea prevede una riduzione del 15% al 2025 e del 30% al 2030 per le emissioni di CO2.
I recenti programmi di riduzione dell’inquinamento da autotrazione comunicati da alcune città europee (Oslo, Oxford, Parigi) hanno fatto scuola. Non tanto relativamente ad un drastico “stop” agli ingressi degli autoveicoli a gasolio nei centri urbani in questione: in questo caso, il “giro di vite” è ben più ampio, e fra le proposte contiene una riduzione delle emissioni di CO2 nell’ordine del 15% al 2025 e del 30% al 2030, in rapporto al limite già fissato di 95 g/km entro il 2021.
Tutto questo fa parte del “Pacchetto Mobilità” presentato nelle scorse ore dalla Commissione Europea: una serie di normative che gli stessi estensori indicano come “Ambiziose ma realistiche e di possibile applicazione”, e che potranno essere supportate da adeguati strumenti finanziari. Ma andiamo con ordine.
Più in dettaglio, il “Pacchetto Mobilità” della Commissione Europea farà riferimento ai nuovi test di omologazione WLTP-Worldwide harmonized Light vehicles Test Procedure, il protocollo di test per l’omologazione UE dei nuovi veicoli entrato in vigore lo scorso 1 settembre, insieme agli standard RDE-Real Driving Emissions, come evoluzione del ciclo NEDC-New European Driving Cycle, attuato nel 1996 e assurto a “fama internazionale” nell’autunno del 2015 in seguito al “caso Dieselgate”.
Proprio quest’ultimo, insieme al sempre più serrato monitoraggio sulle condizioni ambientali nelle città, ai cambiamenti climatici sotto i riflettori della comunità scientifica mondiale e ai provvedimenti posti in essere da alcune amministrazioni metropolitane, sarebbe la molla decisionale che ha portato la Commissione Europea al varo del “Pacchetto Mobilità”.
Del resto, è ben chiaro l’intento del legislatore: si vuole “colpire” le Case costruttrici che non raggiungeranno gli obiettivi prefissati dalle normative presentate nelle scorse ore (le riduzioni alle emissioni di CO2 citate) e, nello stesso tempo, indirizzare le stesse Case auto verso un concreto sviluppo dei moduli di propulsione elettrificata.
C’è, infatti, una sorta di “bonus” per i Costruttori che metteranno in campo nuove lineup di veicoli ibridi plug-in (ricaricabili) o 100% elettrici: ferma restando l’obbligatorietà del taglio alle emissioni di CO2, le Case auto che al 2025 e al 2030 raggiungeranno una quota, rispettivamente, del 15% e 30% di veicoli elettrici o ibridi plug-in (questi ultimi con emissioni inferiori a 50 g/km di CO2) nella propria gamma, avranno un benefit, che consisterà in obiettivi di emissione meno “severi”. Per intenderci: prendendo in considerazione le emissioni, è chiaro che i veicoli elettrici incideranno in misura maggiore, nella media statistica, in rapporto alle ibride.
La proposta della Commissione Europea, indicata dal vicepresidente Maros Sefcovic come uno strumento adatto a “Spronare le Case costruttrici verso lo sviluppo di veicoli maggiormente efficienti e puliti, e in grado di guadagnarsi nuova fiducia da parte dei consumatori”, viene al momento accolta con alcune riserve da parte degli stessi Costruttori e delle associazioni di categoria. “Proposta troppo onerosa e impegnativa”, dichiarano i piani alti di ACEA, l’Associazione che raggruppa le Case costruttrici europee, soprattutto al 2025, mentre viene ammesso che il 2030 come deadline potrebbe essere coerente. I rappresentanti VDA (Verband Der Automobilindustrie), Associazione federale dell’Industria automobilistica tedesca, temono che la proposta, una volta attuata, potrebbe rischiare di mettere i Costruttori europei in una situazione di svantaggio su un piano globale.
Le sanzioni resterebbero le stesse applicate all’”obiettivo 2021”: 95 euro per ogni g di CO2 emesso oltre la soglia di 95 g/km di emissioni. Sono, tuttavia, allo studio adeguate misure economiche di supporto per lo sviluppo delle infrastrutture necessarie alla mobilità eco friendly: 200 milioni di euro da destinare alla ricerca nel settore batterie, 800 milioni di euro per la realizzazione di “hub” per la ricarica.