FCA ed Eni hanno firmato un accordo di collaborazione teso ad abbassare le emissioni di CO2 mediante carburanti più efficienti.
Fiat Chrysler ed Eni hanno firmato un accordo per la realizzazione di progetti finalizzati ad abbattere le emissioni di CO2 legate ai trasporti su strada.
La firma del memorandum d’intesa tra le parti è stata apposta dall’amministratore delegato di FCA, Sergio Marchionne, e dal suo omologo di Eni, Claudio Descalzi, a Palazzo Chigi davanti al presidente del consiglio Paolo Gentiloni.
L’accordo apre la strada a future collaborazioni tra il costruttore automobilistico anglo-olandese e l’azienda energetica italiana nel solco della Strategia Energetica Nazionale. In particolare, FCA ed Eni puntano allo sviluppo di tecnologie e materiali per l’assorbimento del gas naturale che consentano di ottimizzarne l’impiego in ambito automobilistico, ovviamente da un punto di vista ambientale.
Le soluzioni a cui i due gruppi lavoreranno mirano a consentire il trasporto del gas compresso a pressioni molto più basse rispetto a quanto avviene attualmente, con la conseguenza di diminuire il peso dei serbatoi e di aumentare l’autonomia di marcia.
Il piano per il trasporto dell’immediato futuro non comprende soltanto metano e gas liquefatto, ma anche l’etanolo, un alcol che consente di diminuire le emissioni. Un esempio è la nuova benzina messa a punto da Eni e attualmente in sperimentazione congiunta con FCA che include il 20% di carburanti alternativi, con una suddivisione tra un 15% di etanolo e un 5% di bioetanolo.
Le stime parlano di una riduzione delle emissioni di CO2 pari al 4% rispetto alla benzina tradizionale. Per verificarne i reali benefici, la benzina sarà usata su cinque esemplari di Fiat 500 appartenenti ad Enjoy, il servizio di car sharing di Eni che, tra l’altro, accoglierà dal prossimo anno nella propria flotta alcuni Fiat Doblò a gas.
Il lavoro congiunto tra Eni ed FCA si tradurrà anche in collaborazioni con il MIT (Massachissets Institute of Technology) e altre università sia italiane che internazionali, ma nel frattempo i due gruppo proseguiranno la ricerca sui carburanti tradizionali cercando di modificarne la composizione senza ricorrere a modifiche strutturali dei motori.
In altre parole, lo scopo è quello di diminuire le emissioni derivanti dalla combustione di benzina e diesel cambiando più o meno leggermente la loro composizione chimica, come nel caso dell’olio vegetale idrotrattato aggiunto al gasolio o delle benzine “allungate” con alcoli riciclati o ottenuti da fonti rinnovabili.