Emissioni: la stampa francese accusa Renault
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Un dossier che conterrebbe valori di NOx alterati pubblicato da Libération. Renault puntualizza: “Mai violato alcuna normativa”.
Potrebbe esserci un nuovo “Dieselgate” in Europa? E potrebbe interessare Renault? Il quotidiano “Libération”, ieri, ha pubblicato il documento consegnato nel 2016 dalla DGCRRF (Direction Générale de la Concurrence, de la Consommation et de la Répression des Fraudes), ovvero l’Authority nazionale sulla concorrenza, consumo e repressione frodi, ai Tribunali d’oltralpe.
Il dossier – 39 pagine – conterrebbe i risultati delle indagini svolte sulle emissioni della produzione Renault. Niente di nuovo, visto che da diversi mesi la Marque à Losange è al centro di verifiche sui valori di emissione dei propri motori. Come si ricorderà, nelle prime settimane del 2016 Renault aveva provveduto a richiamare un primo lotto di autoveicoli già in circolazione per verifiche sulle emissioni.
La notizia riportata da “Libération” è tuttavia circostanziata: conterrebbe “Significative differenze” (così ha riportato il quotidiano della Gauche) nelle “Emissioni di ossido di azoto fra il momento dell’approvazione in laboratorio e l’impiego delle vetture nelle reali condizioni di marcia”. Addirittura, i valori emessi da Renault Captur (Euro 6) sarebbero superiori del 377% in confronto al limite imposto dalle normative, e del 305% per Renault Clio IV (Euro 5).
Le indiscrezioni pubblicate dal grande quotidiano della Gauche parigina vengono respinte in maniera decisa dalla stessa Renault. Le motivazioni sono dettagliate in una nota che il Gruppo francese ha diramato nelle scorse ore. Nel comunicato, Renault dichiara di “Avere preso conoscenza questa mattina di un articolo ‘disequilibrato’, comparso sulla stampa nazionale e relativo a un dossier ‘emissioni'”.
E ancora: “il Gruppo Renault non intende fornire alcun commento in merito a un’istruttoria attualmente in corso, che per natura è riservata e verso la quale l’azienda non ha, fino a questo momento, potuto accedere. La precisazione di Renault punta sul fatto che l’azienda “Non ha potuto, di conseguenza, verificare la veridicità, la completezza né l’affidabilità delle informazioni contenute nell’articolo”.
In ogni caso, i vertici della Marque à Losanges tengono a puntualizzare, nella replica, che “Nessuno dei suoi servizi ha violato le normative europee o nazionali in materia di omologazione dei veicoli”. “I veicoli Renault non sono equipaggiati con criteri fraudolenti riguardo ai dispositivi anti inquinamento”.
Il Gruppo Renault si dichiara ovviamente “Disposto a collaborare con le autorità giudiziarie nel quadro di una inchiesta che pone, fra le autorità europee e gli Stati membri, importanti questioni di interpretazione delle norme che regolano l’omologazione dei veicoli”.
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