Exor cede parte di Ferrari per 3 miliardi: cosa cambia per il Cavallino?
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Exor, la holding della famiglia Agnelli, ha annunciato una mossa strategica che sta facendo discutere il mercato. Con un’operazione di vendita del 4% delle azioni di Ferrari, la quota azionaria di Exor scende dal 24,84% al 20,8%, mantenendo però il 30% dei diritti di voto. Questo approccio mira a bilanciare il portafoglio della holding, considerando che la partecipazione in Ferrari rappresenta circa la metà del suo valore complessivo.
La transazione, realizzata tramite un’operazione di “accelerated bookbuild” rivolta agli investitori istituzionali, genererà una liquidità di tre miliardi di euro. Di questi, un miliardo sarà destinato a un programma di buyback delle azioni Exor, mentre i restanti due miliardi saranno investiti in nuove opportunità, in linea con una strategia di diversificazione del portafoglio.
Nonostante questa riduzione, Exor ribadisce il suo impegno come investitore di lungo periodo in Ferrari, mantenendo gli accordi di governance con gli altri azionisti principali. In particolare, Piero Ferrari e il suo trust conserveranno il 10% del capitale e il 15% dei diritti di voto, garantendo stabilità alla struttura societaria.
Per evitare ulteriori turbolenze sul mercato, Exor ha sottoscritto un accordo di lock-up di 360 giorni, impegnandosi a non vendere altre azioni Ferrari in questo periodo. Questa scelta mira a rassicurare gli investitori sulla solidità dell’operazione e sulla visione strategica della holding.
La decisione di Exor rappresenta un esempio di equilibrio tra tradizione e innovazione. La liquidità ottenuta consentirà alla holding di esplorare nuovi settori e consolidare la sua posizione nel panorama finanziario internazionale, dimostrando una capacità di pianificazione lungimirante che guarda al futuro senza dimenticare le radici storiche.
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