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F1, Spagna: il trionfo del "buon" Pastor

Di Leopoldo Canetoli
Pubblicato il 14 mag 2012
F1, Spagna: il trionfo del
Il venezuelano Maldonado trionfa nel Gran Premio di Spagna davanti ad un combattivo Fernando Alonso.

Il venezuelano Maldonado trionfa nel Gran Premio di Spagna davanti ad un combattivo Fernando Alonso.

“Questo è un campionato molto strano, difficile da interpretare…” Sono le parole di Stefano Domenicali, a commento del GP di Spagna, che ha riportato a onor del vero la Ferrari tra le monoposto più competitive.

E per fortuna che in Mondiale 2012 ha preso questa piega, con cinque diversi piloti di cinque diverse squadre che hanno vinto nelle prime cinque gare dell’anno! Certo le componenti indispensabili per la vittoria sono cambiate. Non basta più un “motorone”, una monoposto super aerodinamica. Oltre al pilota sempre al top bisogna avere una gestione, una strategia vincente gara per gara (quasi quasi diremmo momento per momento…), pneumatici adatti a telai e circuiti, e infine anche condizioni atmosferiche adeguate, con le giuste temperature per far lavorare al meglio i pneumatici… Non è poco, ma almeno così le gare diventano sempre diverse e interessanti.

Questa volta celebriamo il successo di un onesto lavoratore del volante, che conosciamo ancora poco per definirlo campione. Anche se Pastor Maldonado, 27 anni da Maracay, Venezuela, pupillo del presidente locale Chavez, ha dimostrato di avere tutte le carte in regola. Come ha dimostrato la Williams, sul gradino più alto del podio otto anni dopo quel Gp del Brasile 2004, per la felicità di sir Frank che ha cosi festeggiato il suo settantesimo anno.

Meritato, impeccabile il successo del venezuelano, che partito dalla pole position si è visto sfilare il primo posto da un tenace Alonso, che ha finalmente spremuto tutti i cavallini della sua Ferrari per andare in testa. Tripudio della folla quando ha visto l’asturiano filarsene davanti, da solo, e guadagnare un lieve margine sul giovane della Williams.

Ma il venezuelano non ha perso la fiducia nel suo mezzo, la strategia è stata perfetta e  con un cambio gomme anticipato è riuscito a spuntare di nuovo al comando della gara. Alonso ha inseguito caparbiamente e sembrava proprio potesse farcela. Ma si è trovato a dover combattere con pneumatici posteriori più in crisi dell’avversario e a pochi giri dalla fine ha dovuto tirare i remi in barca e quasi quasi preoccuparsi del forcing  micidiale della Lotus di Raikkonen che arrivava alle sue spalle.

Così, per il “buon” Pastor è suonato sul podio l’inno venezuelano e Alonso si è dovuto accontentare della seconda piazza, che lo riporta comunque al comando della classifica iridata assieme a Vettel.

Possiamo quindi ammettere che la Ferrari sia migliorata rispetto alle prove precedenti dopo i test del Mugello e grazie alle ultime modifiche, leggi scarichi verso l’alto, che sono state apportate. Ma per quel che riguarda la trazione, o meglio la capacità di consumare non selvaggiamente le gomme posteriori, bisogna ancora lavorare. Chi ha dimostrato di essere molto bilanciata è stata la Lotus, che ha funzionato molto bene anche con gomme dure, ed ha piazzato i suoi due piloti al terzo e quarto posto.

Hamilton e Button con le McLaren in versione muso più alto hanno dovuto accontentarsi delle briciole, anche se Hamilton, partito dall’ultima posizione (per non aver conservato quel minimo di un litro di benzina al termine delle prove) è stato artefice di una rincorsa da leone. Come non si sono viste le Red Bull, costrette addirittura a un cambio del musetto in corsa, segno di una preparazione assolutamente insufficiente.

E ora, tra due settimane, appuntamento a Monaco, con una serie di almeno tre prove che dovrebbero favorevoli a Fernando Alonso. Speriamo lo siano anche per la Ferrari…

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