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Ferrari 288 GTO Evoluzione: nata per il Gruppo B

Di Andrea Tomelleri
Pubblicato il 6 lug 2016
Ferrari 288 GTO Evoluzione: nata per il Gruppo B
La storia della 288 GTO Evoluzione, una "mancata" Gruppo B. Prodotta in soli 5 esemplari, è tra le Ferrari più esclusive.

La storia della 288 GTO Evoluzione, una “mancata” Gruppo B. Prodotta in soli 5 esemplari, è tra le Ferrari più esclusive.

La Ferrari 288 GTO Evoluzione è una delle vetture di Maranello più esclusive e rare, soprattutto grazie alla sua travagliata storia. Avrebbe dovuto rappresentare l’esordio in grande stile di Ferrari nel Gruppo B, la categoria pensata per esaltare al massimo le prestazioni. Invece la chiusura precoce di questa categoria, a causa dei tanti incidenti mortali, portò presto alla fine del programma di sviluppo, con una produzione di appena cinque esemplari.

La 288 GTO Evoluzione avrebbe dovuto gareggiare nelle competizioni endurance in circuito. La progettazione, che partiva dalla 288 GTO, iniziò nel 1985 su iniziativa dell’allora capo progettista Ferrari, l’ingegner Mauro Forghieri. Rispetto alla versione di partenza, sulla Evoluzione si puntò a ridurre il peso, migliorare l’aerodinamica e incrementare la potenza, pur riducendo la cilindrata per entrare nel regolamento del Gruppo B.

La 288 GTO Evoluzione, grazie al motore V8 di 2855 cc dotato di due turbocompressori, erogava 650 CV a 7800 giri e una coppia massima di 667 Nm. L’elettronica di gestione del motore era derivata dalla Formula 1, mentre l’enorme potenza era gestita da un cambio manuale a cinque rapporti, posizionato dietro il propulsore, di fatto “a sbalzo”. Con un ampio utilizzo di vetroresina e kevlar, la massa della vettura era ridottain appena 940 kg. Il risultato erano prestazioni incredibili per l’epoca: accelerazione da 0 a 100 km/h in 4 secondi secchi e una velocità massima di 370 km/h.

Come già detto, a seguito della decisione da parte della Fia di abolire il Gruppo B lo sviluppo della 288 Evoluzione fu terminato. Ma l’esperienza di quel gruppo di lavoro non è stata vana, perché dalle ceneri di questo progetto nacque, tre anni più tardi, la celebre F40.

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