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Fiat-Chrysler, ecco le banche che la sosterranno

Di Noemi Ricci
Pubblicato il 15 apr 2011
Fiat-Chrysler, ecco le banche che la sosterranno
Quattro le banche selezionate da Chrysler per rifinanziare il debito con Usa e Canada che permetterà a Fiat di andare al 51%

Quattro le banche selezionate da Chrysler per rifinanziare il debito con Usa e Canada che permetterà a Fiat di andare al 51%

Chrysler Group LLC è prossima a lanciare il pacchetto di rifinanziamento del debito per rimborsare i prestiti concessi dal Governo Statunitense e Canadese nello scorso biennio. Le ultime voci parlano di quattro banche selezionate per condurre l’affare.

Goldman Sachs, Morgan Stanley, Citigroup e Bank of America. Sono questi gli istituti bancari che sono in trattative avanzate con Chrysler per finalizzare circa 7 miliardi dollari di debiti che la Casa americana ha con i governi.

Ma l’accordo con le banche non si limiterebbe al saldo del debito: fonti ben informate parlano dell’organizzazione di un credito rotativo volto a garantire liquidità anche per il futuro della casa automobilistica.

Ricordiamo che il rimborso dei prestiti, che Chrysler ha ottenuto da parte dell’amministrazione Obama per lo storico salvataggio operato nel 2009, aprirebbe la strada a Fiat SpA per ottenere il controllo di maggioranza (51%) dell’azienda entro quest’anno. Questo è uno degli obiettivi che si è prefissato l’amministratore delegato Sergio Marchionne, il quale sta cercando di fondere le due case automobilistiche.

Attualmente il Lingotto detiene una quota del 30% di Chrysler. Ma in questi giorni Marchionne ha dichiarato di voler rifinanziare il debito pubblico entro giugno, per poi procedere con l’acquisizione di ulteriori quote di proprietà. Ed è evidente la volontà di Fiat di muoversi rapidamente in questo senso.

Marchionne ha definito il 2011 come “year of execution” con la Chrysler che lancerà una gamma rinnovata di vetture e camion più vicine alla linea Fiat. È infatti previsto l’arrivo di una vettura Dodge, che corrisponderà ad una versione più ampia dell’Alfa Romeo Giulietta sviluppata da Fiat.

Da sottolineare che finora il possesso di Chrysler non è stato affatto redditizio per Fiat: la motivazione risiede in gran parte negli alti tassi di interesse che l’americana deve pagare agli Usa e al Canada. La Casa automobilistica ha infatti dovuto corrispondere 1,23 miliardi dollari di interessi solo nel 2010.

Il contratto tra l’italiana e l’americana prevede che per il salvataggio di quest’ultima fosse dato a Fiat il controllo del 20%. In più Fiat sarebbe potuta salire al 35% con incrementi per tappe del 5% ciascuna. L’ulteriore incremento del 16% potrà essere esercitato solo se i debiti nei confronti dello Stato scenderanno al di sotto dei 4 miliardi di dollari. Se anche questo obiettivo verrà raggiunto Fiat sarà libera di aumentare la propria quota al 51%.

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