Fiat: la Fiom non esclude lo sciopero generale
Non si sono fatte attendere le risposte dei sindacati in seguito alla decisione Fiat di disdire gli accordi: Fiom sciopera, Cisl forse, Uil no.
Non si sono ancora spente le parole di Sergio Marchionne sulla disdetta degli accordi sindacali in tutti i suoi stabilimenti italiani, che si sono levate parole contrastanti sul fronte sindacale.
I più contrari (e contrariati) alla decisione del leader Fiat sono i rappresentanti del sindacato Fiom, le cui tute blu sono pronte a uno sciopero generale della categoria per mantenere in vigore tali accordi anche dopo il 1 gennaio 2012, data che per il manager italia-canadese aprirebbe una nuova era nelle relazioni con le maestranze.
“Come paventavamo – ha detto Giorgio Cremaschi di Fiom – quello che era stato imposto a Pomigliano d’Arco è stato esteso a tutto il Paese questo diktat che nega le libertà ai lavoratori”. Il maggior sindacato dei metalmeccanici, che in passato votò no al piano Marchionne per Pomigliano e per Mirafiori, teme che la decisione di Sergio Marchionne sia seguita anche da altre grandi aziende presenti sul territorio nazionale, “con effetti devastanti per il diritto del lavoro”.
Possibilista, invece, il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti che tuttavia ha previsto 2 ore di assemblea in tutti gli stabilimenti per decidere come muoversi e se accettare la decisione Fiat.
Diversa anche la posizione della Cisl, che ha reso noto che non ricorrerà a scioperi, pur invocando una maggiore unità dei sindacati di fronte a questa situazione: per il segretario nazionale Luigi Bonanni non c’è alcuna novità, visto che ci sarà un contratto nazionale per tutte le aziende dell’auto metalmeccaniche di Fiat e poi regole diverse da stabilimento a stabilimento. “Non ci sarà nulla di diverso da quanto già avviene in Poste, Enel e in altre aziende di queste dimensioni che hanno diverse sedi e diversi uffici”. La richiesta della Cisl sarà quella di richiedere un unico contratto nazionale per tutti i plant Fiat.
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