Fiat: Marchionne e Scajola a tavolino
Marchionne chiede sconti fiscali e la proroga degli incentivi. In cambio, aumenterebbe la produzione e sposta in Italia lo stabilimento polacco Fiat
Aprono i colloqui tra Fiat e il governo. Sergio Marchionne incontra il ministro delle Attività produttive Sergio Scajola, per confrontarsi sul tema dell’auto in questo momento di difficoltà internazionale. Sembra che il CEO del Lingotto voglia proporre di arrivare a 900.000 auto prodotte ogni anno, a fronte delle 600.000 odierne e delle 800.000 pre crisi.
Marchionne sarebbe disposto anche a spostare in Italia la produzione della Panda attualmente localizzata in Polonia, con grande beneficio per l’occupazione nazionale. Come contropartita, ci sarebbe un abbassamento del prelievo fiscale aziendale, la continuazione durante il 2010 degli incentivi all’acquisto di auto nuove (il governo sembra intenzionato a prorogarli solo per l’acquisto di auto a gas).
Ancora i colloqui sono in alto mare e la conclusione di un accordo sembra lontana. Marchionne ha poi parlato dei casi di General Motors e Chrysler che, sull’orlo della bancarotta, sono sovvenzionate da Washington. Nel frattempo, molte case costruttrici occidentali guardano a oriente in cerca di partnership più o meno strette al fine di sopravvivere alla tempesta.[!BANNER]
Nel frattempo, Marchionne ha confermato che nel 2011 cesserà la produzione a Termini Imerese il cui stabilimento sembra interessi ad alcuni costruttori cinesi e indiani i quali, però, troverebbero le stesse difficoltà logistiche trovate da Fiat. Le stesse difficoltà, in realtà, espresse dal CEO il mese scorso, quando definì illogico dal punto di vista industriale il fatto che in Italia ci siano 6 siti di assemblaggio di auto che producono l’equivalente di un solo stabilimento in Brasile.
Le elezioni amministrative di marzo sono vicine. Per il governo, un’industria produttiva significa posti di lavoro e voti. Per Marchionne, vuol dire posti di lavoro e minori costi.
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