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La Panda a Pomigliano: una sfida imprenditoriale

Di Fabrizio Brunetti
Pubblicato il 16 dic 2011
La Panda a Pomigliano: una sfida imprenditoriale
Parte l'avventura della Panda nella "Pomigliano modello", ipertecnologica e con il nuovo contratto di lavoro.

Parte l’avventura della Panda nella “Pomigliano modello”, ipertecnologica e con il nuovo contratto di lavoro.

Scommessa irrazionale. Così l’ha definita Marchionne prima e durante la cerimonia di presentazione della nuova Fiat Panda nel rinnovato, ipertecnologico stabilimento modello di Pomigliano, in cui verrà prodotta.

La scelta di affidare a Pomigliano la produzione della nuova Fiat Panda – modello fondamentale per il gruppo – e di investire, tra fabbrica e formazione, poco meno di un miliardo di euro, ha lasciato sorpresi tutti gli analisti.

Molto più facile, flessibile ed affidabile sarebbe stato produrre la Fiat Panda 2012 in Polonia. Invece, contro tutte le previsioni, la dominatrice incontrastata del mercato delle small car verrà prodotta in quel sito che è stato il simbolo di tutto il peggio dell’industrialismo italiano, con il suo assenteismo da record, un contratto rigido, una conflittualità e microconflittualità che hanno sempre reso estremamente vischiosa una risposta produttiva veloce alla flessibilità della domanda.

Ebbene Marchionne ha sottolineato che dal punto di vista industriale la scelta di Pomigliano è illogica, non certo la migliore, ma ha l’ha buttata sul sentimento, l’orgoglio, l’appartenenza italiana di Fiat, che ha fatto trovare la forza per una scommessa industriale difficile.

La scelta di ambientare la presentazione proprio dentro la fabbrica italiana ha enfatizzato il valore della sfida, tra dichiarazioni di tutto lo staff Fiat graniticamente ottimiste sulla bontà del prodotto e sulla capacità di produrre nella nuova Pomigliano a costi compatibili, con qualità elevata almeno quanto quella di Tichy, un contratto nuovo che garantisce flessibilità e premia la produttività, con la sicurezza della continuità della produzione.

Molto ottimismo dunque, giustificato? Sapete che faccio parte di quelli che hanno valutato la scelta di Pomigliano come troppo rischiosa.

Davvero la storica melina e la scarsa produttività sono solo un ricordo del passato, davvero un gruppetto qualsiasi non sarà più in grado di bloccare in ogni momento la produzione, davvero gli scioperi spontanei o di “solidarietà” , le assenze in blocco da partita, non interromperanno continuamente i piani produttivi?

Lo spero, resto dubbioso ma con tutto il cuore e la razionalità lo spero. Il nuovo contratto offre maggiori garanzie sotto questo aspetto, ma soprattutto ho fiducia nella bontà del prodotto che potrebbe travolgere nel successo della domanda le resistenze ambientali che hanno costituito la palla al piede dello stabilimento campano.

Se la Panda avrà successo, e mi pare che ce ne siano tutte le premesse, anche lo svantaggio della sola ottica dei costi, potrà essere superato e generare profitto. L’obiettivo della nuova Fiat Panda per il 2012 è di 230.000 pezzi da febbraio a dicembre, inclusi anche quelli della Panda attuale destinata ad una posizione entry level nella gamma, 250.000/280.000 a regime dal 2013.

Ci basterà attendere il risultato di questi primi 11 mesi per sapere se il rischio imprenditoriale e l’audacia della strategia avranno avuto la meglio sui solidi ma aridi parametri economici e industriali degli scettici. 

Buona fortuna Panda, buona fortuna al modello industriale della nuova Pomigliano…

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