Flavio Briatore e la Range Rover che non funziona mai, spesi oltre 30.000 euro in riparazioni in poco tempo
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Lo sfogo di Flavio Briatore contro il marchio britannico Range Rover ha sollevato un acceso dibattito sulla qualità dei veicoli di lusso e sull’efficienza dell’assistenza post-vendita. L’imprenditore italiano ha reso pubblica la sua frustrazione attraverso un video su Instagram, dove ha raccontato le sue disavventure con due veicoli di questo prestigioso brand.
Un’auto che è un flop
La prima esperienza negativa risale al 2020, quando Briatore acquistò una Range Rover Sport, che si rivelò una fonte continua di guasti. Nonostante gli interventi, un componente chiamato “flap” non è mai stato riparato in modo definitivo. Tuttavia, credendo in un caso isolato, l’imprenditore ha deciso di dare una seconda chance al marchio nel 2024, acquistando un nuovo modello. Il risultato? Ancora peggiore: dopo appena 48 ore, l’auto si è fermata completamente.
Portata al centro assistenza di Monaco, è emerso che il trasformatore necessario alla riparazione doveva essere prodotto. A distanza di due mesi, il pezzo non era ancora arrivato, sollevando dubbi sulla gestione dell’assistenza auto e sulla capacità del marchio di rispettare gli standard attesi per un prodotto di lusso.
Lo sfogo via social
Questa vicenda non è passata inosservata, soprattutto considerando che riguarda un cliente di alto profilo come Briatore. Sui social network, molti utenti hanno condiviso esperienze simili con lo stesso marchio, mentre altri hanno invitato alla cautela, ricordando che problemi tecnici possono verificarsi con qualsiasi produttore. Tuttavia, episodi come questi rischiano di compromettere seriamente la reputazione di Range Rover, che da sempre è sinonimo di status e design ricercato.
Il gruppo Jaguar Land Rover, proprietario del marchio, non ha ancora rilasciato dichiarazioni ufficiali, ma questa situazione evidenzia quanto sia cruciale per i brand di lusso mantenere elevati standard qualitativi, non solo nella progettazione ma anche nel servizio post-vendita. Il caso Briatore, dunque, si configura come un monito per tutti i produttori: il valore percepito di un veicolo non può prescindere dalla qualità del supporto offerto ai clienti.
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