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Ford, Alan Mulally: "In futuro solo sei gruppi"

Di Andrea Barbieri Carones
Pubblicato il 11 mar 2011
Ford, Alan Mulally:
Nel futuro dell'auto, secondo l'ad di Ford Alan Mulally, ci sarà spazio solo per 6 gruppi automobilistici. Inoltre, la Fiat 500 in USA farà fatica.

Nel futuro dell’auto, secondo l’ad di Ford Alan Mulally, ci sarà spazio solo per 6 gruppi automobilistici. Inoltre, la Fiat 500 in USA farà fatica.

Nel 2011 il mercato mondiale del settore auto dovrebbe crescere del 10%. A dirlo è il presidente e amministratore delegato di Ford, Alan Mulally, che prevede che in tutto il mondo saranno vendute tra 75 e 85 milioni di vetture che darebbero una boccata d’ossigeno a un settore che ha attraversato almeno un biennio di forte crisi.

“Attenzione, però” sottolinea il numero uno dell’azienda fondata nel 1903 “perché il futuro porterà a nuove aggregazioni nel settore, al punto che tra qualche anno esisteranno al massimo 6 gruppi automobilistici che produrranno auto per tutti i continenti cercando di puntare a fare utili e non a fare numero”.

Intanto, Ford ha chiuso il 2010 con il miglior bilancio considerando il primo decennio del secolo, con profitti netti che hanno raggiunto i 6,6 miliardi di dollari. E questo senza ricorrere ai pesanti aiuti finanziari che la Casa Bianca ha concesso alle rivali GM e Chrysler per non farle fallire.

Con l’occasione, Mulally – ex dirigente di punta della Boeing – ha parlato anche dei programmi aziendali e del futuro dell’automobile negli Stati Uniti dove “la Fiat 500 farà fatica a emergere perché non credo ci sia posto per un veicolo così piccolo, nonostante il prezzo della benzina sia in crescita e gli utenti cerchino modelli dai consumi bassi. Credo invece a una diffusione dei motori elettrici, magari affiancati a quelli a benzina: nel 2020 ritengo che emergeranno le ibride, che potrebbero arrivare a rappresentare il 25% del totale delle nuove immatricolazioni”.

In questo nuovo panorama statunitense e internazionale, Ford punterà soprattutto sul suo storico brand, dopo aver venduto Jaguar, Land Rover, Aston Martin e Volvo, in modo da utilizzare un’unica piattaforma e uniche componenti per almeno l’85% dei modelli in produzione.

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