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Ford: un futuro senza Ka?

Di Fabrizio Brunetti
Pubblicato il 25 giu 2013
Ford: un futuro senza Ka?
Sempre più difficile produrre auto piccole con un margine di ricavo: il futuro delle piccole è solo nei due estremi, low cost e small premium?

Sempre più difficile produrre auto piccole con un margine di ricavo: il futuro delle piccole è solo nei due estremi, low cost e small premium?

Tempi difficili per la piccola di casa Ford. In una recente intervista Elena Cortesi, Ford Europe’s Director of Social Media, ha sostanzialmente annunciato che la piccola Ka, prodotta sul pianale A di Fiat, lo stesso di 500 e Ypsilon, nello stabilimento polacco di Tychy, non avrà futuro produttivo.

Ha usato un termine più politico, definendo la Ka un prodotto “stand alone”, cioé a se stante rispetto alla strategia di marca, ma il significato reale e concreto è una fine annunciata della vettura. Il motivo? Il tiepido successo di un’auto che, lanciata nel 2008 (un anno dopo la 500), non ha mai raggiunto gli obiettivi di vendita sperati. Ha venduto 59.000 pezzi nel 2012, con una caduta del 20% sul 2011 e un’ulteriore calo nel primo quadrimestre 2013 del 27% e solo 18.824 unità vendute.

Numeri impietosi rispetto a quelli della fortunata 500, ma il problema vero è che pur prodotta in Polonia, a costi ottimizzati dalla produzione comune con Fiat, la Ka “non produce assolutamente profitti”.

Il suo prezzo d’attacco è di 7.990 euro, contro gli 11.600 euro della 500. Tremilaseicento euro di differenza tra auto che hanno un costo di produzione molto simile e questo spiega tutto, spiega perché la Ka non produce profitti e la 500 sì, il doppio di Panda, quattro volte quello delle generaliste del segmento.

Quindi Ka, esclusa dalla “One Ford Strategy” che prevede prodotti unici adatti a tutti mercati, segnerà l’uscita del marchio americano dal segmento o dovrà essere prodotta con un nuovo partner a costi talmente convenienti da consentire un margine.

Il tramonto della Ka è esemplare per prefigurare un cambiamento radicale del mercato delle city car e delle piccole in genere, che peraltro è già iniziato, e nel quale city car e compatte premium dominano.

Dopo Mini, 500, Ypsilon, DS3, sono arrivate l’Audi A1 (che non è riuscita ad affermarsi come sperato), la Opel Adam e stanno per arrivare BMW con una piccola a trazione anteriore e Mercedes  con la misteriosa, per ora, Project X.

Sul fronte opposto le low cost , Dacia, Chevrolet, Tata.

Quelli che soffrono di più in questa tendenza sono i costruttori generalisti che non hanno un prodotto premium né quello low cost, ma solo quello “normale” che non regge il confronto con i prezzi delle low cost e non ha l’appeal che attira la scelta nonostante il maggior costo.

Peugeot, Ford, la stessa Volkswagen si sono trovate così un po’ spiazzate da questa scelta radicale dei consumatori. Renault, che pure ha il marchio low cost Dacia, ha puntato su una rivoluzione di stile che renda le sue piccole inconfondibili, sia pure non ancora premium.

Fiat dal canto suo sta cercando di ripetere con Panda il tentativo di farne un vero e proprio brand autonomo già sperimentato con successo con 500, e la sostituta della Punto sarà in realtà una 500 5porte, più grande della tre porte e sulla piattaforma B che già è utilizzata per 500L.

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