Frenata Abs: come funziona l'antibloccaggio
L’Abs è uno dei dispositivi elettronici di maggiore “anzianità”. Il primo brevetto fu registrato nel 1936 da Robert Bosch, fondatore dell’azienda omonima. Tale azienda lo introdusse nel mercato nel 1978, quando fu montato per la prima volta sulla Mercedes Classe S. La presenza di questo apparato è obbligatoria per tutte le auto dal 2004, e anche la maggior parte delle vetture uscite negli anni precedenti ne è provvista.
Inoltre dal 2016 sarà obbligatorio anche sulle moto oltre i 125 cc. E’ l’Abs, Anti-lock Braking System, sistema di frenata antibloccaggio. Non ci accorgiamo della sua presenza, salvo in caso di frenate violentissime, cioè quando sta per accadere un incidente. Ma in quei pochi decimi di secondo, abbiamo il tempo di ricordarcene? Sappiamo cosa fare?
Come funziona l’Abs
Su ogni ruota vengono installati un sensore e una ruota dentata sincronizzata alla ruota dell’auto. Il sensore rileva il passaggio dei denti. La centralina del sistema calcola la velocità di rotazione proprio contando il numero di passaggi in un dato tempo. In questo modo sa “capire” quando la ruota del veicolo sta per bloccarsi; a questo punto il sistema agisce sulla pompa idraulica del freno, diminuendone la pressione; di conseguenza cala la forza della frenata, così la ruota non si blocca. Questo processo corrisponde all’azione umana di sollevare il piede dal pedale del freno.
Abs in frenata
In una frenata d’emergenza quindi è fondamentale che il guidatore prema il freno con la massima forza, senza rilasciarlo, perché sarà compito dell’Abs impedire il bloccaggio delle ruote. Il particolare non è ovvio: poiché durante l’intervento dell’Abs vibrano forte sia il pedale del freno che il volante, molte persone cadono del panico e lasciano il pedale anzitempo, impedendo quindi il completamento della frenata; quasi sempre accade l’incidente.
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