Furti in auto: navigatori e infotainment i più ambiti nei veicoli a noleggio
I “soliti ignoti” viaggiano di pari passo con l’evoluzione degli accessori a bordo degli autoveicoli. Se, fra gli anni 70 e gli anni 90, a farla da padrone – nelle statistiche dei furti sulle nostre strade – erano le autoradio (tanto che non era raro osservare molti proprietari passeggiare con l’apparecchio sotto il braccio: un’abitudine del resto entrata nell’immaginario collettivo anche dalle parole di una celebre canzone del periodo), oggi, con l’evoluzione dei sistemi di bordo, sono i navigatori satellitari i dispositivi maggiormente ambiti dai ladri. Con maggiore concentrazione al nord del nostro Paese.
È quanto emerge da un recente studio commissionato da ANIASA (l’Associazione Nazionale dell’Industria dell’Autonoleggio e dei Servizi Automobilistici) che in Confindustria rappresenta il comparto dei servizi dedicati alla mobilità: dai sistemi di noleggio a lungo termine, al noleggio “convenzionale” di tipo rent-a-car, ai programmi di gestione flotte e servizi correlati di informazioni e di assistenza.
Dati alla mano, riporta il documento che verrà presentato da ANIASA, a Milano, martedì 29 maggio, salta immediatamente agli occhi l’aumento dei furti di sistemi di navigazione e multimediali dalle auto a noleggio, salito dai 1.676 del 2015 a 1.811 nel 2016. Di più: se si prende in esame il primo semestre del 2017, ci si accorge che l’ammontare è già a quota 850. Risulta evidente l’impatto economico del fenomeno, che – caso per caso – può arrivare anche a 10.000 euro.
Il territorio nazionale in cui tale fenomeno assume una maggiore rilevanza è il nord: nello specifico, nelle regioni settentrionali del nostro Paese i furti di dispositivi multimediali e di navigazione dagli autoveicoli a noleggio sono stati 1.185 nel 2016; di questi, 933 sono stati commessi nel territorio della provincia di Milano. I furti in Italia centrale sono stati 377 (265 a Roma) e 248 al sud (119 nella sola provincia di Napoli). Fra i “brand” maggiormente gettonati dai “topi d’auto” specializzati in sistemi multimediali, compaiono alcuni marchi alto di gamma: fra questi, Bmw a guidare la “classifica” con ben 1.580 casi, davanti a Volkswagen (1.066), Mercedes a quota 378 e Audi (288 furti).
Di particolare importanza, rileva in un “lancio” Ansa il segretario generale ANIASA Giuseppe Benincasa, l’impatto (ovviamente negativo) del fenomeno nel “mercato nero”: tali furti, da una parte alimentano il sottobosco dei pezzi di ricambio; dall’altra, “Consentono ai ladri di entrare in possesso di sofisticati microprocessori, molto potenti e veloci, che vengono utilizzati per la clonazione delle carte di credito”. Riguardo al danno economico, anch’esso notevole, si deve mettere nel computo un costo unitario medio “Da 1.700 a 7.000 euro, a seconda del segmento di appartenenza del veicolo”. Per non parlare delle spese di riparazione: “I criminali per rubare il navigatore nel più breve tempo possibile danneggiano sensibilmente la parte centrale del cruscotto, compromettendo il cablaggio dei fili”. Alcune aziende, prosegue il segretario generale ANIASA, “A causa di questo specifico fenomeno sono arrivate a sostenere fino a 2 milioni di euro di danni”.
Se vuoi aggiornamenti su News inserisci la tua email nel box qui sotto: