Gianni Agnelli, il ricordo a 10 anni dalla scomparsa
Torino si è fermata per ricordare Gianni Agnelli a 10 anni dalla sua scomparsa. Alla cerimonia in Duomo presenti esponenti Fiat e del mondo politico.
Un’intera giornata dedicata, quella di ieri, con tanto di messa celebrata al Duomo dall’arcivescovo di Torino Cesare Nosiglia, per ricordare Gianni Agnelli a distanza di 10 anni dalla scomparsa, avvenuta nel 2003.
Sono stati moltissimi i personaggi, tra famosi e meno noti, che hanno voluto ricordare così l’Avvocato, come veniva spesso chiamato l’ex amministratore e azionista della Fiat.
Alla celebrazione hanno assistito infatti il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, l’amministratore delegato del Lingotto Sergio Marchionne, il presidente della Ferrari Luca Cordero di Montezemolo, i ministri Fornero, Profumo e Grilli e, ovviamente, la famiglia Agnelli, compresa la vedova donna Marella, John Elkann, Lapo Elkann, le sorelle Maria Sole e Cristiana, nonché il nipote Andrea Agnelli, attuale presidente della Juventus.
Nelle scorse ore si sono sprecate da più parti parole d’elogio riguardo all’importanza che la figura di Gianni Agnelli ha avuto nella storia della Fiat, sottolineandone non solamente il ruolo decisivo per la crescita dell’automobile italiana, ma anche l’influenza avuta sulla vita politica, economica e sociale dell’intera nazione.
Secondo il direttore del Corriere della Sera, Ferruccio de Bortoli, Gianni Agnelli è stato “osannato in vita, oltre il necessario. Poi troppo criticato e maltrattato. Adesso dimenticato”. La tendenza all’oblio tipica della condizione umana non ha risparmiato nemmeno l’Avvocato, almeno secondo alcuni osservatori.
Quel che è certo è che Agnelli non è stato dimenticato dalla sua Torino, né dai tanti collaboratori con cui ha avuto a che fare durante le sue attività e le sue passioni, come quella Juventus il cui capitano Gianluigi Buffon, presente ieri alla cerimonia, ha spiegato alla stampa come fosse “un personaggio unico, non diceva mai nulla di banale ogni volta che ci incontrava o ci telefonava”.
Parole non banali, come la frase “Mi piace il vento, perché non si può comprare” pronunciata dall’Avvocato in un’intervista di Enzo Biagi e menzionata da monsignor Nosiglia durante l’omelia di ieri. Chiara testimonianza della sensibilità di un uomo che, a prescindere dai giudizi dati dai posteri, ha rappresentato sicuramente un pezzo di storia italiana.
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