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Google: guida autonoma, incidenti e dubbi sulla sicurezza

Di Giuseppe Cutrone
Pubblicato il 5 giu 2015
Google: guida autonoma, incidenti e dubbi sulla sicurezza
Un nuovo incidente ha visto protagonista un'auto a guida autonoma di Google e la questione della sicurezza è sempre più al centro del dibattito.

Un nuovo incidente ha visto protagonista un’auto a guida autonoma di Google e la questione della sicurezza è sempre più al centro del dibattito.

Google ha comunicato nei giorni scorsi che una delle auto a guida autonoma attualmente in sperimentazione è stata coinvolta la scorsa settimana in un incidente stradale. Il gruppo americano ha specificato che il proprio veicolo è stato tamponato da un’altra vettura mentre si trovava fermo al semaforo, evitando però di aggiungere dettagli riguardanti il luogo del sinistro e gli eventuali danni subiti dalle persone o dalle stesse auto. 

Per Google, che da qualche tempo sperimenta la guida autonoma sulle strade della California aperte al pubblico, si tratta del dodicesimo incidente in sei anni e tanto è stato sufficiente per far scaldare il dibattito sulla reale sicurezza di questi mezzi. 

Per Mountain View tutti gli incidenti occorsi alle Google Car autonome finora sono attribuibili ad errori umani, ma negli USA è in aumento il numero di coloro che chiedono alla società maggiori dettagli su quanto avvenuto per avere una panoramica più chiara e completa. 

Una piccola apertura in tal senso è arrivata dal co-fondatore di Google, Sergey Brin, che ha assicurato la disponibilità della sua azienda ad una maggiore trasparenza.Il problema più grosso, secondo alcuni osservatori, è tuttavia di tipo legale, in quanto le leggi della California non prevedono che i rapporti degli incidenti stradali siano di dominio pubblico e questo sta attirando l’attenzione di alcune organizzazioni, le stesse che si dicono interessate a fare luce su quanto accaduto finora per capire fino in fondo le potenzialità delle auto senza conducente. 

Google e alcuni costruttori continuano nel frattempo le proprie sperimentazioni nella convinzione che il futuro vedrà l’uomo non più come protagonista attivo del viaggio in auto, ma come semplice passeggero: uno spettatore passivo in un mondo automatizzato che, al di là di facili entusiasmi e proclami che sanno di marketing, possa essere davvero più sicuro per tutti quanti.

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