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Guida autonoma: la "self driving car" di Valeo e Safran

Di Francesco Giorgi
Pubblicato il 31 mar 2015
Guida autonoma: la
Una Volkswagen CC a guida autonoma, allestita da Valeo e Safran, a Parigi ha compiuto il suo primo test su strada senza conducente. Futuro o realtà?

Una Volkswagen CC a guida autonoma, allestita da Valeo e Safran, a Parigi ha compiuto il suo primo test su strada senza conducente. Futuro o realtà?

La tecnologia delle “autonomous car” esiste da tempo: basti pensare alle Google Autonomous Car. O alla Mercedes F105, la futuribile “quattro posti” presentata lo scorso gennaio al CES di Las Vegas e sulla quale il marchio della Stella a Tre punte ha dato il via a una fase di test. Tuttavia, in un futuro a medio termine il loro ruolo potrebbe essere tutt’altro che marginale, tanto che entro cinque anni diventeranno realtà. Lo assicurano i guru dell’hi-tech, a testimonianza del fatto che il mondo della tecnologia corre più forte di quello delle normative.

In questi giorni, in Francia, Safran (società che opera, per la Difesa, in diversi settori quali aeronautica e comunicazioni) e Valeo, una delle maggiori aziende specializzate in componentistica automotive di primo equipaggiamento e aftermarket, hanno messo in pratica una innovativa tecnologia “self drive” per autoveicoli: una delle prime a livello europeo. Questo inedito engineering, applicato a bordo di una Volkswagen CC attraverso una serie di radar, lidar e fotocamere, è stato fatto muovere per la prima volta, a Parigi, nelle strade intorno al Musée de l’Armée, in un test che simulava una tipica situazione di guida in ambiente urbano, con semafori, limiti di velocità da rispettare, presenza di pedoni e altri veicoli presenti sulla strada.

L’obiettivo del test, superato in maniera positiva, era la dimostrazione che anche l’industria automotive europea ha il traguardo della messa in vedita di vetture che si guidano da sole (anche se, in questa prima fase, essenzialmente “semi – autonome”, in grado cioè esclusivamente di fermarsi e ripartire da sole nel traffico urbano, che è più o meno quanto Safran e Valeo hanno dimostrato a Parigi) entro il 2020, esattamente come aveva indicato nei giorni scorsi Chris Urmson, direttore di progetto Google Car: il dirigente Google assicura che la tecnologia delle auto senza conducente sarà una realtà quotidiana da qui a cinque anni: il 2020, indica Urmson, “Sarà l’anno nel quale mio figlio avrà l’età per conseguire la patente: il nostro obiettivo è fare in modo che non ne abbia bisogno”. La data, anche in termini di sviluppo industriale, porta con sé promesse di elevata posta in gioco: un recente studio condotto dalla britannica Smmt (Society of Motor Manufactorers and Traders) sostiene che lo sviluppo di nuovi sistemi di guida autonoma e innovativi software di sistema per gli autoveicoli potrebbero contribuire alla creazione di 320.000 nuovi posti di lavoro nell’indotto automotive.

In sostanza: la self – drive car è futuro o realtà? La risposta sembra essere che questo innovativo engineering, ora che c’è l’interessamento dei big player della filiera automotive, è molto vicino. D’altro canto, nei giorni scorsi il numero uno di Tesla, Elon Musk, aveva indicato che a breve le auto senza conducente saranno obbligatorie per legge in quanto sono più sicure delle vetture “tradizionali” (quelle, cioè, pilotate da esseri umani). 

 

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