Guida sotto effetto stupefacenti: cosa dice il nuovo Codice della Strada
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Una nuova svolta legislativa punta a rendere più equa e scientifica l’applicazione delle norme sulla guida sotto effetto di stupefacenti. Con l’entrata in vigore della circolare 2025, firmata dai Ministeri dell’Interno e della Salute, cambia radicalmente il modo di accertare la presenza di sostanze stupefacenti negli automobilisti. L’obiettivo è chiaro: distinguere tra semplici tracce di consumo e una reale alterazione delle capacità psicofisiche al momento della guida.
Questa modifica rappresenta un passo avanti nel codice della strada, che ora prevede che il reato venga configurato solo quando è dimostrato che gli effetti delle sostanze sono ancora attivi nell’organismo durante la guida. Una svolta che mira a bilanciare rigore normativo e giustizia, evitando di penalizzare chi ha consumato sostanze giorni prima, senza che queste influenzino più le sue capacità.
La fine delle tracce inutili
In passato, l’accertamento della guida sotto l’effetto di droghe si basava anche sull’analisi delle urine, un metodo che rileva tracce di sostanze assunte molto tempo prima. Ora, però, la circolare stabilisce che solo i campioni di sangue o fluido orale saranno considerati validi per determinare la presenza di principi attivi ancora efficaci. Questo approccio scientifico riduce il rischio di sanzionare ingiustamente chi non rappresenta un pericolo reale.
Un’analisi più sofisticata
La correlazione temporale tra il consumo di sostanze e il momento della guida diventa cruciale. Non sarà più sufficiente rilevare residui nel corpo, ma bisognerà dimostrare che l’assunzione sia avvenuta in un periodo vicino alla guida, tale da influenzare negativamente le capacità del conducente. Questo nuovo sistema di analisi tossicologiche guida punta a colpire solo chi costituisce un rischio concreto per la sicurezza stradale.
Le criticità ancora aperte
Tuttavia, la normativa non è priva di zone d’ombra. Non vengono infatti specificati limiti quantitativi minimi, lasciando spazio a interpretazioni soggettive. Questo potrebbe generare controversie, soprattutto nei casi in cui la quantità di sostanze rilevate sia minima ma sufficiente a dimostrare un’influenza sulla guida. Inoltre, l’adozione di tecnologie più avanzate per le analisi comporterà inevitabilmente costi maggiori e richiederà personale altamente qualificato.
Un progresso per la sicurezza stradale
Nonostante le sfide, questa riforma rappresenta un progresso significativo. La volontà di colpire solo chi rappresenta un pericolo reale è evidente, e il nuovo approccio mira a rendere le strade più sicure senza compromettere i diritti degli automobilisti. Tuttavia, sarà fondamentale monitorare l’applicazione pratica di queste norme e affrontare le eventuali criticità che emergeranno.
Con la circolare 2025, il legislatore compie un passo importante verso un sistema più giusto e basato su evidenze scientifiche, confermando l’impegno per una sicurezza stradale equilibrata e rispettosa dei diritti individuali.
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