“Piccole” e fondamentali per il corretto funzionamento del motore, quando “tutto va bene” ci si dimentica persino che ci siano, eppure si tratta di elementi di primaria importanza: ecco come accorgersi se bisogna intervenire.
Le candele esistono da quando si fabbricano automobili. E, da sempre, il loro compito è fondamentale per il funzionamento del veicolo, in quanto fanno da tramite fra l’impianto elettrico e la combustione del carburante, tanto che se c’è un malfunzionamento o si verifica un’avaria all’impianto, il sistema di propulsione non “lavora” in perfetto ordine.
Scintilla: perché è essenziale
Tecnicamente, la candela è un dispositivo elettrico che serve a produrre una scintilla. Quest’ultima, a contatto con la miscela di aria e carburante spruzzata nella camera di combustione, innesca – attraverso la corsa del pistone e l’apertura-chiusura delle valvole – una esplosione controllata del carburante nel cilindro. Con questo principio termico, si genera l’energia necessaria a fornire il moto ai pistoni ed il movimento del veicolo.
Ne va dell’efficienza del motore
In buona sostanza, una candela nelle corrette condizioni contribuisce alle migliori prestazioni del veicolo, intese come erogazione di potenza ed efficienza nell’insieme del gruppo motopropulsore. Ciò va a tutto vantaggio dei consumi e delle emissioni (“voci” di primaria importanza se si devono fare i conti con i continui rialzi dei carburanti).
Se non sono “perfette”, il motore non funziona bene
Dunque, è chiaro che se le candele sono sporche o bruciate vengono immediatamente a galla sintomi di malfunzionamento del motore. Se ci si accorge in tempo che “qualcosa non va”, non c’è niente di particolarmente drammatico: tuttavia, quanto basta per correre rapidamente ai ripari. Prima di vedere “come”, è opportuno osservare “da vicino” la tecnologia delle candele.
Candele auto: come sono fatte
Prima di tutto, una considerazione: le condizioni di esercizio delle candele (dunque la rispettiva durata) non sono mai uguali per tutti i veicoli, per l’intervento di alcuni fattori esterni. Fra i principali ci sono:
- Maggiore frequenza di condizioni di impiego del veicolo in città;
- Tipologia di alimentazione (benzina, ibrida, GPL, metano).
Non sempre avviene che la sostituzione delle candele, perché sporche o bruciate, derivi dalla normale usura: per questo, è opportuno analizzare quali sono, partendo “dall’alto”, le varie parti che compongono una candela.
- Connettore: è il terminale che, per mezzo di una “pipetta” in gomma, collega il corpo della candela al cavo elettrico;
- Elemento isolante in materiale ceramico: presenta una serie di coste che impediscono la scarica ad alta tensione sul blocco motore, e serve anche al trasferimento del calore verso la testata;
- Guarnizione meccanica ad anello: favorisce lo scambio termico con il motore e impedisce la fuoriuscita dei gas prodotti dal processo di combustione (è assente sulle candele coniche);
- Due guarnizioni interne: posizionate fra il corpo metallico e l’elemento ceramico isolante, svolgono la medesima funzione della guarnizione esterna;
- Corpo metallico filettato: è la “porzione” della candela avviata all’interno della testata;
- Resistore interno: serve a mantenere omogeneità elettromagnetica con i dispositivi elettronici di gestione;
- Elettrodo centrale: è l’elemento dal quale parte la scintilla;
- Elettrodo di massa: è la parte sulla quale si scarica la scintilla. Può essere singolo oppure comprendere più elettrodi, di varie dimensioni e forme.
Perché si dice “candela fredda” e “candela calda”
Ciascuna candela progettata in ordine a specifiche condizioni di esercizio del motore deve trasferire alla testata il corretto quantitativo di calore, in ordine a mantenersi sempre all’interno di un preciso “range” di funzionamento: in genere, questa “forbice” (ovvero la temperatura di lavoro ottimale delle candele) è compresa fra 450°C ed 850°C.
Si tratta della “temperatura di autopulizia”, termine con il quale si intende l’intervallo termico nel quale la candela brucia da se gli eventuali residui carboniosi e da cui si determina il grado termico, che indica l’utilizzo di una candela in grado di dissipare più calore (“candela fredda”) nel caso dei motori dalle caratteristiche più “spinte”, o viceversa che possa dissipare meno calore (“candela calda”) nei motori più “tranquilli”.
Come riconoscere la candela più corretta
Lo specifico grado termico di una candela viene riportato nel relativo codice di prodotto: è quindi facile individuare il componente adatto al motore del proprio veicolo. In ogni caso, codice e grado termico della giusta candela da utilizzare vengono sempre riportati nel libretto di uso e manutenzione.
Quando è necessario cambiare le candele
Lo stesso libretto di uso e manutenzione del veicolo è utile per conoscere gli intervalli di sostituzione delle candele, che vengono riportati nelle tabelle dei programmi di intervento ordinario.
Le indicazioni della Casa costruttrice sono molto importanti: se li si rispetta, si ha la ragionevole sicurezza di poter contare sulle migliori prestazioni complessive della vettura.
Il chilometraggio “di massima” relativo al corretto periodo di utilizzo delle candele varia, in genere, da 40.000 a 60.000 km, nel caso dei motori più recenti, e fra 15.000 e 20.000 km per i motori più “datati”.
Consumo delle candele: perché avviene?
Se il motore è complessivamente “in ordine”, il principale motivo che comporta la normale sostituzione delle candele è il fenomeno di erosione degli elettrodi: con il trascorrere delle percorrenze, e dopo milioni di scintille, l’elettrodo centrale e l’elettrodo di massa si distanziano sempre di più (“Gap”). Per rallentare questo effetto, che dal canto suo è inevitabile, alcune candele vengono provviste di più elettrodi anziché solamente uno, oppure di materiali più resistenti come iridio e platino.
Candele in buone condizioni: gli effetti positivi
Per aiutare il motore a sfruttare sempre una corretta e costante scintilla, gli esperti consigliano di effettuare, ogni 10.000 km circa, un controllo alle candele (è bene rivolgersi ad un’autofficina). Questa accortezza permette di poter contare su ulteriori benefici:
- Consumi di carburante ottimizzati;
- Combustione stabile;
- Valori di emissioni corretti, anche nelle delicate fasi di avviamento;
- Pronta accensione del motore.
Candele in cattive condizioni: cosa succede
Se le candele sono eccessivamente consumate sugli elettrodi (vale a dire con notevoli depositi carboniosi o presenza di olio), o gli elettrodi sono fusi (indice di una temperatura di esercizio troppo elevata), o ancora se l’isolante è rotto (questo fenomeno denota improvvisi sbalzi termici), la corrente verso il cilindro non passa più e, quindi, la scintilla viene rallentata o impedita del tutto. In estrema sintesi: se la candela è troppo consumata oppure è bruciata, il cilindro non lavora, o – nella migliore delle ipotesi – fa eccessiva fatica.
Come accorgersi che le candele funzionano male
- Accensione del motore faticosa;
- Minimo irregolare;
- Spia di avaria (nel cruscotto) accesa;
- Accelerazione lenta o difficile;
- Consumo più elevato;
- Fenomeni di vibrazione o scoppiettii nel motore (“il motore va a tre”);
- Presenza di fumo più chiaro dallo scarico.
Se anche solamente uno di questi sintomi si verifica, è importante rivolgersi subito in assistenza, perché – per i motivi qui sopra accennati – un problema alle candele potrebbe essere anche derivato da un guasto più ampio.
Quanto costa cambiare le candele
L’intervento è di per se relativamente economico: la sostituzione delle candele rientra nei normali casi di manutenzione ordinaria. Si tratta di determinare soprattutto il costo dei ricambi, avendo cura di scegliere componenti del medesimo tipo di quelle da sostituire, a cui aggiungere il tempo di manodopera.
Nella maggior parte delle autovetture di grande produzione, il prezzo da mettere in conto per sostituire le candele oscilla fra una cinquantina di euro e un centinaio di euro. Nel caso di modelli ad alte prestazioni o di nuova generazione (che necessitano l’impiego di componenti che costano un po’ di più), il prezzo è leggermente più elevato: anche fino a 150 euro.