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Harley-Davidson in crisi: dimissioni choc e accuse di cattiva gestione

Di Emanuela Termonte
Pubblicato il 16 apr 2025
Harley-Davidson in crisi: dimissioni choc e accuse di cattiva gestione
Jared Dourdeville si dimette dal board di Harley-Davidson, sollevando critiche su performance, cultura aziendale e strategie future.

Una vera e propria tempesta ha scosso i vertici di Harley-Davidson, uno dei marchi motociclistici più iconici al mondo. L’azienda americana si trova al centro di una crisi che ha visto le dimissioni clamorose di Jared Dourdeville, rappresentante del fondo H Partners Management, che detiene il 9,1% del capitale della società. La notizia arriva in un momento di forte turbolenza, segnato da un calo dell’11% del valore azionario e da accuse di cattiva gestione.

La situazione si è ulteriormente complicata con l’annuncio del ritiro del CEO Jochen Zeitz, che ha alimentato le preoccupazioni degli investitori. Sebbene il consiglio fosse stato informato delle intenzioni di Zeitz già nel quarto trimestre del 2024, la decisione di avviare la ricerca di un successore solo all’inizio del 2025 ha suscitato interrogativi sulla stabilità della leadership e sulle strategie aziendali adottate.

La lettera di Jared Dourdeville

In una lettera di dimissioni dai toni severi, Dourdeville ha espresso forti critiche alla gestione attuale, sottolineando una serie di problematiche: dalla performance deludente sotto la guida di Zeitz alla mancanza di responsabilizzazione del management. Tra i punti più controversi, ha citato le politiche di lavoro da remoto, considerate dannose per la cultura aziendale. Secondo Dourdeville, “la cultura Harley-Davidson non può sopravvivere senza una presenza fisica in sede”. Ha inoltre denunciato l’accumulo di scorte presso i concessionari, una situazione che ha creato pressioni finanziarie significative sulla rete di vendita.

L’azienda, dal canto suo, ha risposto fornendo una cronologia dettagliata degli eventi, affermando che fino a febbraio 2025 Dourdeville aveva pienamente sostenuto la strategia e il team dirigenziale. Harley-Davidson ha inoltre evidenziato che il 2024 ha registrato il più basso turnover di personale nella storia della società, accompagnato da un miglioramento significativo nel coinvolgimento dei dipendenti. In risposta alle critiche sul mancato sviluppo di modelli entry-level, l’azienda ha difeso la scelta di pensionare la gamma Sportster in perdita, sostituendola con i modelli della famiglia RevMax, e ha ribadito l’impegno a lanciare un prodotto d’ingresso entro il 2026.

Un crollo per Harley-Davidson

Le ripercussioni immediate della crisi si sono tradotte in un crollo del valore azionario, ma gli effetti a lungo termine potrebbero essere ancora più significativi. Le divisioni interne emerse rischiano di compromettere la capacità dell’azienda di affrontare le sfide future, in un momento già delicato segnato dall’uscita del CEO e dalla necessità di riorganizzare il consiglio di amministrazione.

Mentre le parti coinvolte continuano a difendere le proprie posizioni, il futuro di Harley-Davidson appare incerto. Gli investitori e gli appassionati del marchio osservano con attenzione gli sviluppi, consapevoli che le decisioni prese nei prossimi mesi potrebbero ridefinire il destino di uno dei brand motociclistici più amati e riconoscibili al mondo.

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