Harley-Davidson, tempi duri in Europa: bersaglio dei dazi in risposta agli USA
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Le relazioni transatlantiche si trovano nuovamente a un bivio, con l’introduzione di dazi USA che colpiscono prodotti europei come acciaio e altre merci strategiche. L’annuncio da parte di Donald Trump di tariffe fino al 25% ha innescato una reazione ferma ma ponderata da parte dell’Unione Europea. La risposta di Bruxelles, sotto forma di misure UE, entrerà in vigore il 1° aprile 2025, colpendo beni americani per un valore complessivo di 26 miliardi di euro. Tra i prodotti presi di mira spiccano bourbon, imbarcazioni e le celebri motociclette Harley Davidson.
La Commissione Europea ha descritto queste contromisure come “proporzionate”, evidenziando il loro scopo di riequilibrare gli effetti economici delle restrizioni statunitensi. Nonostante ciò, Ursula von der Leyen ha ribadito la disponibilità dell’UE a un dialogo costruttivo con Washington, auspicando una soluzione che eviti un’escalation delle tensioni commerciali.
Harley Davidson: un’icona sotto pressione
Tra i settori più colpiti dai dazi europei figura la leggendaria casa motociclistica americana Harley Davidson. Già provata da scelte strategiche controverse e risultati economici poco brillanti, l’azienda rischia di perdere ulteriormente terreno in Europa, un mercato fondamentale per le sue esportazioni. Dopo un 2024 segnato dal fallimento del progetto elettrico LiveWire e dalla perdita di competitività, l’aumento dei prezzi derivante dai nuovi dazi potrebbe rappresentare un colpo fatale per il marchio.
Una risposta strategica
Le misure UE non sono casuali, ma calibrate per massimizzare l’impatto economico sugli Stati Uniti, scegliendo prodotti simbolici e strategici. Tuttavia, la Commissione ha lasciato intendere che queste misure potrebbero essere revocate nel caso di un accordo soddisfacente con Washington. Mentre l’incertezza domina il panorama economico, sia l’UE che gli Stati Uniti sembrano consapevoli dei rischi di una guerra commerciale su larga scala. La speranza comune è che il pragmatismo prevalga, aprendo la strada a una cooperazione economica che favorisca entrambe le parti. Vedremo se il marchio sarà più forte delle misure restrittive.
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