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Hyundai i20 WRC: il brivido del rally al fianco di Dani Sordo

Di Valerio Verdone
Pubblicato il 15 giu 2017
Hyundai i20 WRC: il brivido del rally al fianco di Dani Sordo
Una scarica di adrenalina per un’esperienza unica in una speciale con la Hyundai i20 WRC laboratorio

Oggi niente caffè, ok, forse neanche il tè, di Coca Cola meglio non sentirne nemmeno parlare e la Red Bull è da escludere a priori, il battito è accelerato stamattina: per due giorni ho avuto davanti gli occhi i mostri sacri del WRC ed oggi sarò un passeggero di lusso nella Hyundai i20 WRC di Dani Sordo! Si, proprio lui che sfrecciava tra gli sterrati sardi con passaggi mozzafiato insieme agli altri fenomeni del mondiale rally. La paura è un sentimento umano e sarebbe strano non averne, ma è l’eccitazione che prevale, insieme alla voglia di ripercorrere quei brividi che lo scorso anno ho avuto la fortuna di provare a fianco del suo compagno di squadra Neuville.

VOLARE CON UNA WRC

Così, dopo una colazione estemporanea, il tragitto che arriva alla location prescelta, quello della prova speciale di Cala Flumini sembra non finire mai, l’attesa cresce anche tra i colleghi: si scherza, ma in fondo siamo tutti proiettati su quello che succederà a breve. La Sardegna è meravigliosa, e l’odore tipico della sua terra rende l’aria unica, anche il silenzio è tipico, ma il motore sovralimentato della Hyundai i20 WRC lo squarcia di netto diffondendo l’essenza ad ottani delle auto da corsa. Dani Sordo è arrivato, si presenta così: il suo viso mostra un’espressione latina sorridente ma porta ancora i segni della gara. Lui esprime la rilassatezza tipica del lunedì, mentre il mio stato d’animo è l’opposto, oggi niente di ordinario, oggi si vola, ma con una WRC!

Piano piano l’organizzazione si occupa di tutti noi, ci fornisce tute, caschi, sottocaschi e il collare Hans, che ci fa capire quanto sia seria la situazione. Piano piano, come gli aerei sulla pista di decollo, ad uno ad uno i colleghi salgono a bordo: sorrisi carichi di entusiasmo e preoccupazione nella fase di partenza, urla euforiche e facce sbalordite all’arrivo, la gamma delle emozioni viene attraversata completamente in soli 5 minuti che però durano molto di più di quanto dice il cronometro. Finalmente ci siamo, è arrivato il mio turno, non è una novità assoluta per me, ma è chiaramente una situazione incredibile per un appassionato, un sogno che si realizza, essere parte di quel mondo che si analizza ogni giorno e si guarda con ammirazione sin dalla tenera età. Gli anni passano, inesorabili, e pure oggi non saprei darmi un’età, so solo che mi sento come un bambino, curioso, ferocemente impaziente di partire e di giocare con le curve.

LA HYUNDAI i20 WRC E’ MOSTRUOSA…E’ PER POCHI!

Sì, perché con una WRC scordatevi le traiettorie perfette della pista, qui si va di traverso e sulla terra sempre più spesso. Il tempo di entrare nella gabbia d’acciaio, di indossare le cinture per essere immobile, e di mettere l’interfono per comunicare, e Dani Sordo mi accoglie con simpatia iberica e calma serafica, mi lascio incantare, mi metto a mio agio, ma subito scopro che è un bluff, non ha nessuna intenzione di andarci cauto, vuole farmi capire che le  WRC sono auto per pochi, e ci riesce benissimo. La partenza è fulminea, l’auto è una variante laboratorio che è stata utilizzata per sviluppare la WRC Plus del 2017, quindi è mostruosa, e scalpita sulla terra a velocità impensabili. Il problema è che subito arrivano le curve, e non pensi mai che anche lì si può tenere giù il pedale del gas come se non ci fosse un domani: nel frattempo l’i20 vola, salta, si muove verso l’interno delle traiettorie e poi ne esce in derapata, è una correzione continua, mentre i muri mi vengono incontro a grandissima velocità. Penso di non aver mai visto così da vicino un muro, nemmeno a piedi, ma in macchina è tutta un’altra cosa. Dopo un tratto veloce ne arriva uno guidato e qui succede di tutto: la danza di mani e piedi è unica ed irripetibile, e i riflessi di Sordo sono impressionanti. Nel frattempo, le ruote scavano per cercare grip e tirano su pietre che urtano contro il sottoscocca diffondendo rumori indescrivibili. Siamo a metà giro, e Sordo si ferma e si prepara all’inversione di marcia. Intanto mi chiede come va, stempera la tensione, ed io mi mostro disinvolto, perché lo stomaco ha retto e, tutto sommato, riesco ancora a respirare nonostante abbia mangiato una quantità indescrivibile di polvere. A proposito di polvere, devo attendere che si diradi e che consenta a Dani di avere la giusta visibilità per tornare indietro.

PILOTA E NAVIGATORE: COMPLICITA’ UNICA!

Qualche attimo di relax e il “nostro” driver riparte con altrettanta convinzione e forse spinge ancora di più, visto che mi ha trovato complice della sua lucida follia. La strada adesso è in discesa, il salto si sente ancora di più e l’entusiasmo mi porta ad urlare frasi a caso in inglese, il bello è che anche Sordo risponde ai miei “wow”: lui si sta divertendo, io sto provando, ancora una volta, qualcosa di unico! Magicamente, tra un controsterzo ed un altro mi ritrovo dove eravamo partiti ed è stato come fare un viaggio nel tempo! Quando la tensione cala e ritorno con i piedi per terra Sordo è già li tra noi, sorridente, disponibile, simpatico, uno di noi (verrebbe da dire), se non fosse che in realtà è uno dei marziani del WRC. Risponde alle domande con sincerità, è un latino e quindi non si tira indietro nemmeno quando gli chiedo cosa ne pensa dei piloti di F1 che sono passati per i rally, parla bene delle loro prestazioni, risponde che sono veloci, ma che alla fine i risultati parlano per loro e fuori da un circuito gli manca quella complicità totale con il navigatore che hanno solo i piloti del WRC. Non è interessato alle piste, le reputa noiose, a meno che non si parla di moto, visto che è un grande fan della MotoGP. Poi, andando sul tecnico, spiega che non è stato un problema domare gli 80 CV supplementari delle WRC Plus arrivate nel 2017, visto che l’aerodinamica le tiene incollate alla strada e sono più stabili. L’avventura finisce qui, Sordo deve tornare al suo lavoro e prepararsi per la prossima gara, mentre io devo riprendere contatto con la realtà proprio adesso che sono completamente immerso nel mondo del WRC! Tolgo la tuta piano piano, e mi sento come un superman al contrario: adesso non avrò più i superpoteri della Hyundai i20 WRC e indosso di nuovo i panni del giornalista.

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