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Il Tom Tom? Tutto nelle cellule cerebrali

Di Andrea Barbieri Carones
Pubblicato il 27 mar 2010
Il Tom Tom? Tutto nelle cellule cerebrali
Studiosi statunitensi hanno individuato dei neuroni cerebrali che aiutano l'automobilista a orientarsi senza bisogno del Tom Tom.

Studiosi statunitensi hanno individuato dei neuroni cerebrali che aiutano l’automobilista a orientarsi senza bisogno del Tom Tom.

Sinistra o destra? Prima o dopo la chiesa? Non si tratta di comprensibili dubbi amletici su chi votare alle elezioni ma momenti di indecisione di alcuni automobilisti alle prese con strade sconosciute o di cui non ci si ricorda, prima che inventassero i navigatori.

Attenzione: non è una questione di sesso maschile o femminile né di intelligenza ma semplicemente di “neuroni navigatori“, ossia di quelle cellule del cervello che ci aiutano a capire quale direzione dobbiamo prendere. Già, perché sono stati individuati da alcuni studiosi dell’università di Philadelphia che subito sono stati scherzosamente ribattezzati  “neuroni Tom Tom“, che hanno molto in comune con il navigatore installato in auto dato che integrano le informazioni codificate dai “neuroni di posizione” e aiutano a capire il senso di un percorso.

Questi neuroni si attivano espressamente, come un navigatore satellitare, a seconda della direzione del nostro moto, mentre i neuroni di posizione ci aiutano a localizzarci nello spazio.

Gli sudiosi hanno scoperto la loro esistenza facendo compiere un viaggio con un “taxi-virtuale” a un gruppo di pazienti che portavano alcuni elettrodi nel cervello, che hanno mostrato che un gruppo di questi neuroni di direzione si accende quando il taxi virtuale è guidato in senso orario su una strada circolare cittadina; se la guida è in senso antiorario, invece, i neuroni rimangono spenti, permettendoci di capire se la direzione presa è quella giusta.[!BANNER]

D’ora in avanti, sarà scortese – oltre che inutile – prendersela con la propria moglie o il proprio marito in caso di smarrimento in auto, dato che è tutta colpa della presenza di certe piccole cellule.

Lo studio, comunque, non ha escluso che si possa ricorrere all’utilizzo di altre cellule cerebrali, che aiutano l’automobilista a vincere la ritrosia di chiedere informazioni ai passanti. Questo argomento, però, è un terreno minato che è meglio riservare alle discussioni coniugali.

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