In Francia copiano il nostro Tutor
In fase di sperimentazione un sistema di rilevazione della velocità media sulle autostrade. Per una volta è l’Italia a far scuola
I numeri dicono che nonostante le campagne di sicurezza e controlli serrati, gli incidenti rilevati nel 2009 sono pressochè gli stessi dell’anno precedente. Il governo francese ha deciso allora di correre ai ripari, sperimentando un sistema del tutto simile al nostro Tutor. Per una volta è l’Italia a far scuola, ed ecco che presso il CETE (Centre d’études techniques de l’équipement) gli ingegneri sono impegnati nello studio di un dispositivo analogo.
Il “Radar tronçon” – questo il suo nome – presenta tre rilevatori installati su due punti distanti tra loro 12 km, un tratto cronometrato che attraverso un pannello trasmette la media percorsa. Sulle autoroutes transapline farà la sua comparsa non prima del 2011, nonostante le prime rudimentali prove risalgono sin al 2003. Probabilmente il gabinetto di Sarkozy avrebbe preferito tenere nascosta la notizia ancora per qualche tempo, ma di fronte all’interrograzione del deputato Georges Mouthron, il Ministero dei Trasporti è dovuto uscire allo scoperto.
Nella sua esposizione davanti all’assemblea nazionale, Mouthron ha spiegato che questo sistema “è preferibile a quello che rileva la velocità istantanea perché meno pericoloso del sistema attualmente in esercizio e perché non incita gli automobilisti che viaggiano a velocità eccessive a compiere brusche frenate in prossimità delle postazioni radar fisse”.[!BANNER]
A sostegno di queste parole citiamo le recenti dichiarazioni di Lorenzo Borselli, membro dell’Asaps, associazione amici della polizia stradale: “Il Tutor funziona davvero: lo dimostra l’abbassamento della mortalità, quasi miracoloso, nei tratti di Autostrade per l’Italia sui quali l’Xfactor della Sicurezza Stradale è entrato in esercizio. Funziona così tanto che ce lo copiano. Per una volta siamo noi a fare scuola, anche in un paese che, su questo fronte, è in trincea da un pezzo e che di polvere, finora, ce ne ha fatta mangiare parecchia”.
La Francia è riuscita infatti a raggiungere già nel 2008, con due anni d’anticipo, l’obiettivo stabilito dall’Unione europea: dimezzare le statistiche di mortalità sulle strade. Da allora, tuttavia, non si sono verificasi altri, auspicati miglioramenti, ed ecco che allora il tradizionale sciovinismo ha lasciato il posto all’intelligenza di prendere spunto dal (non molto amato) vicino italiano.
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