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Tesla incendiate nelle concessionaria di Roma: rivendicazione anarchica

Di Simone Fiderlisi
Pubblicato il 28 apr 2025
Tesla incendiate nelle concessionaria di Roma: rivendicazione anarchica
L'incendio Tesla a Roma, con 17 auto distrutte, solleva interrogativi su sicurezza e innovazione. Rivendicazione anarchica e indagini in corso

Un episodio che ha scosso la Capitale: un devastante incendio Tesla ha colpito lo showroom dell’azienda americana a Roma, situato in via Serrapicola. L’attacco, avvenuto nella notte tra il 30 e il 31 marzo, ha portato alla distruzione di diciassette auto elettriche e causato danni ingenti alla struttura. Un evento che, inizialmente interpretato come un incidente, si è rivelato essere un atto deliberato di sabotaggio. La matrice dell’azione è emersa solo settimane dopo, con una rivendicazione anarchica pubblicata simbolicamente il 25 aprile, giornata della Festa della Liberazione.

La lettere degli anarchici

La lettera di rivendicazione non lascia spazio a dubbi: un attacco diretto non solo a Elon Musk, ma anche a tutto ciò che rappresenta. Gli anarchici hanno descritto il magnate come il “male assoluto”, criticando i suoi legami con l’amministrazione Trump, i progetti legati all’intelligenza artificiale e le ambizioni spaziali di SpaceX. Tuttavia, l’accusa più aspra è rivolta al ruolo di Tesla nello sviluppo delle Smart City, viste dagli autori come strumenti di “controllo totalitario urbano”.

L’elemento più provocatorio della dichiarazione è la frase conclusiva: “L’unica Tesla che ci piace è quella che brucia… e come brucia bene!”. Questo messaggio ha sollevato allarme tra le autorità e nell’opinione pubblica, sottolineando una radicale opposizione non solo verso le tecnologie promosse da Musk, ma anche verso l’intero concetto di città interconnesse.

Misure di sicurezza più alte

In risposta a questo grave episodio, le autorità italiane hanno incrementato le misure di sicurezza attorno alle strutture Tesla. Il rappresentante italiano dell’azienda è stato posto sotto scorta, mentre le forze dell’ordine stanno conducendo indagini approfondite per identificare i responsabili e verificare eventuali connessioni con altri atti simili sul territorio nazionale. Il portavoce di Tesla, Stroppa, ha definito l’episodio come un potenziale “atto di terrorismo”, evidenziando la gravità della situazione.

Questo incendio doloso non è solo un atto vandalico: rappresenta un segnale di una resistenza violenta contro i simboli dell’innovazione tecnologica. L’attacco ha riacceso il dibattito sull’impatto sociale delle nuove tecnologie e sulla necessità di rendere la transizione digitale e ambientale più inclusiva e trasparente. La crescente diffusione delle auto elettriche e delle città intelligenti solleva interrogativi sui timori e le resistenze che queste innovazioni possono suscitare. È fondamentale affrontare queste problematiche per evitare che il progresso tecnologico diventi un bersaglio di ideologie estremiste.

Mentre Tesla continua a rappresentare un’icona dell’innovazione, l’attacco a Roma mette in luce una frattura sociale profonda, alimentata da una percezione di esclusione e di controllo. L’episodio, sebbene drammatico, deve essere visto come un’opportunità per avviare un dialogo costruttivo sulle implicazioni delle tecnologie avanzate e sul loro ruolo nella società contemporanea. La sfida sarà trovare un equilibrio tra progresso e inclusività, affinché l’innovazione non diventi un privilegio per pochi, ma un beneficio per tutti.

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