Incidenti stradali: una strage da 1,35 milioni di vittime in tutto il mondo
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I dati diffusi dall’organizzazione mondiale della sanità relativi agli incidenti stradali rilevati nel mondo sono tutt’altro che incoraggianti. Secondo l’ultimo rapporto Global Status on Road Safety 2018, la sicurezza stradale è strettamente legata alla ricchezza: nel corso degli anni ben 46 paesi dell’occidente hanno adottato strategie per migliorare la sicurezza sulle strade, mentre in molte altre Regioni del Globo, come in Africa, il rischio di mortalità supera di tre volte quello medio del Vecchio Continente. La maggior parte delle vittime della strada sono bambini e persone con un’età compresa tra i 5 e i 29 anni: queste morti sono infatti spesso causate dalle cattive condizioni delle infrastrutture e dalla mancanza di leggi che regolano la velocità, l’uso del casco e le cinture di sicurezza.
In Italia la situazione sembra invece migliorare, come sottolinea il rating di vittime passato da circa 10 per 100mila abitanti nel 2006 a 5,9 circa nel 2015, grazie all’introduzione di misure più efficaci in grado di contrastare il fenomeno dell’alta velocità e dell’alcol alla guida. Secondo i dati emersi dalla ricerca dell’OMS, le persone decedute sulle nostre strade sono per il 32% conducenti di automobili, il 26% conducenti di moto e veicoli a due-tre ruote, il 18% pedoni, l’11% passeggeri di automobili, il 7% ciclisti, il 5% conducenti e passeggeri di camion pesanti, il 2% altro e meno dell’1% conducenti e passeggeri di autobus.
Nei Paesi meno sviluppati e a basso reddito gli utenti morti sulla strada sono principalmente pedoni e ciclisti, infatti nei paesi più poveri il rischio di morte negli incidenti stradali è tre volte superiori rispetto alle Regioni più benestanti. I tassi più alti di mortalità negli incidenti stradali sono in Africa, con 26,6 per 100 mila abitanti, mentre in Europa risultano i più bassi, con 9,3 per 100 mila abitanti. In tutto il Globo, pedoni e ciclisti insieme rappresentano il 26% delle morti causate da incidenti avvenuti sulla strada (44% in Africa e del 36% nel Mediterraneo orientale).
In queste zone del mondo l’alto tasso di mortalità è derivato dalla carenza delle infrastrutture, tra cui la scarsa manutenzione delle strade, la mancanza di illuminazione e di marciapiedi, a cui si aggiunge anche la mancanza di leggi adeguate che obbligano all’uso delle cinture di sicurezza, del casco e dei seggiolini per i più piccoli. Inoltre in ben 45 Paesi non esistono apposite leggi che vietino o limitino l’assunzione di alcol prima di mettersi alla guida di un veicolo.
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