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L'auto per le donne dovrebbe essere così

Di Andrea Barbieri Carones
Pubblicato il 8 apr 2010
L'auto per le donne dovrebbe essere così
Una ricerca in USA ha dimostrato che le donne hanno un'ascendente notevole sul proprio compagno per l'acquisto di un'auto. Ecco la vettura ideale

Una ricerca in USA ha dimostrato che le donne hanno un’ascendente notevole sul proprio compagno per l’acquisto di un’auto. Ecco la vettura ideale

Invece di progettare auto che parlano, perché non realizzare auto che sanno ascoltare o che abbiano una sensibilità spiccata che si metta sulla stessa lunghezza d’onda del pensiero di chi le guida. Queste osservazioni giungono dall’universo femminile, che in Nord America è stato interrogato da CarMax, il più grande rivenditore di auto usate degli Stati Uniti, che ha indagato sui motivi che spingono il gentil sesso ad acquistare un’automobile.

What women want? Il titolo di questo famoso film con Mel Gibson è azzeccato: innanzitutto si sa che il gentil sesso è responsabile del 54% degli acquisti nel settore delle quattro ruote, spendendo 150 miliardi di euro ogni anno. Ma c’è di più: in Canada – ma il dato è simile anche altrove – le donne hanno un forte ascendente sull’85% delle decisioni che riguardano l’acquisto di un’auto. In altre parole: se un costruttore vuole fare profitto, deve tener conto delle opinioni delle gentili signore in tailleur piuttosto che dei robusti maschiacci in jeans e giubbotto di pelle.[!BANNER]

Già, perché le motivazioni che spingono all’acquisto sono diverse: gli uomini cercano di comprare la migliore auto che possono permettersi mentre le donne puntano su quella con la quale si possano sentire al meglio quando devono andare da A a B.

L’inchiesta di Carmax ha individuate anche un altro punto interessante: le donne scelgono le loro auto per le stesse ragioni per cui scelgono i propri uomini. E qui si apre un mondo sconosciuto ad almeno metà della popolazione mondiale, visto che le interpellate parlano di “connettività” tra l’auto e chi sta al volante, di necessità che il veicolo capisca la donna nello stesso momento in cui il problema si pone. Semplice, no? I costruttori, d’ora in avanti, dovranno pensare in tale direzione, esattamente come gli attori del succitato film: creare un meccanismo per cui all’apertura della portiera la voce registrata di George Clooney dica: “Come va, cara? Ti auguro una buona giornata”. Oppure una voce alla Brad Pitt che dica: “Ma come sei dimagrita”. Oppure forse sarebbe meglio creare un TomTom che invece di indicare la strada da prendere, chieda automaticamente indicazioni ai passanti, magari in 12 lingue diverse.

Se spesso la teoria non ha senso, ha invece un senso questo risultato: le donne comprano un’auto nel momento in cui passano attraverso momenti importanti della loro vita come un nuovo lavoro o la nascita di un figlio. Ora, i direttori marketing delle principali aziende costruttrici si precipiteranno nelle nursery degli ospedali per cercare spazi pubblicitari da acquistare.

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