Lamborghini Huràcan STO: in viaggio col V10
La Lamborghini Huracàn STO è un’auto nata per le corse ma adattata alla strada, come dimostra la stretta parentela con la GT3 EVO2 che corre nel DTM. Da questo spunto nasce l’idea: quella di andare da Bologna al Red Bull Ring, percorrendo circa 530 km con la STO, per assistere alla tappa austriaca del campionato. La sorella da competizione, guidata da Mirko Bortolotti, si sta giocando il titolo ed è pronta a dare battaglia alle varie Audi, Ferrari, Porsche e Mercedes. Dobbiamo offrirgli il nostro supporto, così partiamo alla volta dell’Austria con 3 STO a tinte forti, perché una Lamborghini deve sempre risplendere.
- Lamborghini Huràcan STO: una compagna di viaggio unica
- Lamborghini Huràcan STO: guidare una supercar nel traffico
- I pro e i contro di viaggiare con una Lamborghini Huracàn STO
- Bisogna scendere a compromessi ma è pur sempre un’auto nata per correre
- Ogni sosta è uno show
- Al Red Bull Ring si sente a casa
- Tra le strade austriache si esalta nel misto
- Il senso del V10 per il viaggio
Lamborghini Huràcan STO: una compagna di viaggio unica
“Due buoni compagni di viaggio non dovrebbero lasciarsi mai” cantava De Gregori, e forse dovrei portarmi a casa la Lamborghini Huracàn STO, perché ormai abbiamo condiviso tutto. Ma partiamo dall’inizio, quando ho fatto conoscenza con le cinture da competizione. La sensazione è quella di essere una sorta di astronauta da strada. Prima bisogna chiudere la portiera, altrimenti devi rifare tutto da capo, poi inizia la danza: infili in braccio destro, il sinistro, e, una volta deciso quanto vuoi stare attaccato al sedile, chiudi la zona centrale.
Lamborghini Huràcan STO: guidare una supercar nel traffico
Con la Lamborghini Huràcan STO la forza di gravità ti schiaccia al suolo con un carico aerodinamico di 420 kg, quindi succede esattamente il contrario di quello che accade in orbita, dove bisogna legarsi per non volare. Oddio, anche con la Huracàn si vola, ma rimanendo attaccati all’asfalto. Su strada però non si scherza, bisogna rispettare i limiti, e fare i conti con il traffico, perché anche una Lambo deve convivere con semafori e incroci. La visuale davanti è ottima, ma capire dove finisce il muso non è molto intuitivo, per fortuna c’è il sistema che alza l’anteriore sui dissuasori.
Con in testa la frase di Lucio Dalla che “nel centro di Bologna non si perde neanche un bambino”, partiamo, ed il sole esalta le livree delle nostre Lamborghini Huracàn STO. Prima però la consueta folla di appassionati adoranti si raduna per la sacra cerimonia dell’accensione. A proposito, se ne vedete una, ascoltateli ben quei 10 cilindri, perché il futuro si annuncia sempre più silenzioso. Dalla città all’autostrada il passo è breve, e bisogna abituarsi al fatto che dal retrovisore interno si vede esclusivamente “casa V10”.
I pro e i contro di viaggiare con una Lamborghini Huracàn STO
Tra i pro della Huracàn STO in viaggio c’è sicuramente la sua tenuta di strada, che è superiore a quella della maggior parte delle vetture sul mercato. Poi l’accelerazione, che in un amen ti toglie fuori dai guai. Inoltre, la visibilità da parte degli altri: è impossibile non accorgersi della sua presenza. Ovviamente, l’assetto non è un toccasana per la schiena, già alla prima sosta in autogrill i discorsi sulle vertebre L1-L2 andavano per la maggiore.
E poi c’è lo scoglio più grande, quello del casello, con le cinture da competizione il consiglio è quello di scendere dall’auto e risalire dopo aver preso il tagliando o dopo aver pagato. Ovviamente, se avete un braccio da cestista NBA potete rimanete seduti. Nonostante i rinforzi nell’abitacolo, e l’assenza delle maniglie convenzionali, c’è qualche barlume di comfort. Infatti, il climatizzatore automatico non manca, ed è possibile anche connettere lo smartphone.
Bisogna scendere a compromessi ma è pur sempre un’auto nata per correre
Per cui, dopo un periodo di adattamento, un lungo viaggio con la STO si rivela più emozionante che impegnativo. Ovviamente, in solitudine si può sfruttare lo spazio del passeggero per riporre uno zaino o un piccolo trolley. Comunque, è già grandioso pensare che una vettura pensata per la pista si possa utilizzare tranquillamente su strada.
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Ogni sosta è uno show
Un altro aspetto da considerare, quando si viaggia con la STO è il bagno di folla che si crea ad ogni sosta. Per cui, astenersi timidi o persone dal carattere riservato. E poi diciamocelo, per ogni appassionato la cosa più bella è condividere. Inoltre, è importante tramandare il verbo del Toro tramite foto ricordo e fugaci sortite nell’abitacolo. Bisogna sempre calcolare quei 15 minuti in più da dedicare ai suoi estimatori. Ci si sente un pò come una rockstar; quindi, come non far suonare i 640 CV del V10 prima di ripartire?
Al Red Bull Ring si sente a casa
Dopo circa 7 ore la Huracàn STO è arrivata al Red Bull Ring, dove un toro gigante l’accoglie. E’ innegabile che si senta a casa. Qui lascia il testimone alla versione GT3 EVO2 che corre nel DTM con il “nostro” Mirko Bortolotti. Nei box lo scarico libero rende il V10 ancora più selvaggio. Con le scarpe da corsa la Huracan morde l’asfalto e spaventa le rivali. In Gara1 è podio, un terzo posto dovuto ad un piccolo inconveniente ai box, ma reso più prezioso dal giro veloce.
In Gara 2 è arrivata la pioggia, e le qualifiche sono state un’incognita per tutti. Così, Bortolotti è stato costretto a scattare dalla casella numero 22 in griglia. In gara però il pilota Lamborghini ha azzeccato la giusta strategia ed è risalito fino alla nona posizione. Un risultato che gli ha consentito di avvicinarsi al leader della classifica.
Tra le strade austriache si esalta nel misto
Un weekend all’insegna del Motorsport e della guida, dove le strade austriache sono state lo scenario perfetto per provare la STO nel misto. Tra le curve, il DNA da corsa della Huracàn più estrema si sente tutto, e le cinture da corsa rendono l’esperienza ancora più entusiasmante. Il retrotreno è reattivo, lo sterzo fulmineo, i riflessi devono essere sempre all’erta, per fortuna da queste parti la Red Bull non manca.
In modalità Trofeo e con il cambio a gestione manuale il V10 gorgoglia, respira forte dietro la schiena e poi esplode agli alti immettendo nel corpo una quantità di adrenalina proporzionale alla benzina che arriva nei cilindri. Le mucche si spaventano con un Toro così minaccioso, le curve scompaiono, e ti rendi conto di quanto Niki Lauda avesse ragione a ritenere il fondo schiena la parte del corpo più importante nella guida.
Il senso del V10 per il viaggio
Il viaggio ti consente di scoprire qualcosa di nuovo del mondo, in viaggio conosci te stesso, ma quando trascorri ore su una Huracàn STO hai accesso ai segreti nascosti di una supercar. “Un privilegio raro” citando De André, come l’incontro con la STO, un unicorno automobilistico che annichilisce con sound e carattere lo spettro di un futuro a batteria.
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