Le auto elettriche possono essere pericolose?
Le auto elettriche producono campi elettromagnetici che possono risultare pericolosi per i passeggeri?
Quello della sicurezza delle auto elettriche per il consumatore è un tema che sta emergendo con la progressiva diffusione dei veicoli a zero emissioni. Non ci stiamo riferendo al pericolo di esplosione del pacco batterie, ma all’emissione di campi elettromagnetici a cui le persone potrebbero essere esposte nell’utilizzo del veicolo.
Ricordiamo subito le auto a combustione, a cui siamo abituati, presentano diversi problemi di impatto sulla salute delle persone e sull’ambiente: dalle emissioni di CO2 al [glossario slug=”particolato”] sottile, senza dimenticare un’efficienza di solo il 30-40%. Le auto benzina e diesel sono una delle cause – precisiamo, non l’unica – dell’inquinamento atmosferico nelle nostre città, ed è accertato che causano migliaia di morti all’anno. Questo è il presente. Il fatto è che la mobilità verso cui stiamo andando – senza emissioni nocive – potrebbe non essere esente da conseguenze per il cittadino come spesso viene prospettato. Vale quindi la pena approfondire questo aspetto per comprendere con maggiore consapevolezza il futuro che potremmo vivere tra pochi anni.
La potenziale pericolosità dei campi elettromagnetici è praticamente sconosciuta al grande pubblico, ma è nota da tempo nella comunità scientifica. A questo proposito, sono diversi gli studi che sono stati realizzati per analizzare il problema. In particolare, prenderemo in considerazione un recente lavoro presentato dal SINTEF, una organizzazione di ricerca indipendente con base a Trondheim, in Norvegia. L’istituto ha studiato l’emissione di campi elettromagnetici, in laboratorio e su strada, di veicoli con differenti motorizzazioni: sette auto elettriche, una alimentata a idrogeno, due a benzina e una a gasolio. Sono stati utilizzati sensori collocati in corrispondenza della testa, del petto e dei piedi dei manichini.
Per tutte i risultati hanno evidenziato un’esposizione per l’uomo inferiore al limite stabilito dalla Commissione Internazionale per la protezione da radiazioni non-ionizzanti (ICNIRP). In particolare, il campo più elevato generato da una delle auto, era meno del 20% del parametro di legge. Si tratta di un campo generato da un’auto elettrica e collocato sul pavimento della vettura vicino alla batteria.
“La stessa rotazione delle ruote genera un campo magnetico degno di nota, indipendentemente dal tipo di alimentazione” ha spiegato Kari Schjolberg-Henriksen, un ricercatore del SINTEF. “La differenza tra questo studio e altri già pubblicati è che noi abbiamo preso in considerazione cosa contribuisce al campo magnetico. E non c’è assolutamente motivo di preoccuparsi”.
Al di là del pericolo potenziale – evidenziato dalla fisica – quello che conta sembra essere il livello di esposizione. Con la prospettiva di una diffusione massiva delle auto elettriche nei prossimi anni, non possiamo che auspicare un sempre maggior numero di ricerche in questa direzione.
Se vuoi aggiornamenti su Mercato inserisci la tua email nel box qui sotto: