Le auto plug-in potrebbero un giorno dispensare energia alla rete elettrica
L’avvento della tecnologia V2G renderebbe economicamente vantaggiosa un’auto elettrica, che potrebbe funzionare come pannello solare itinerante
Il principio è molto semplice: ogni auto potrebbe immagazzinare energia solare tramite pannelli fotovoltaici, collegarsi alla rete elettrica e immetterla. In cambio potrebbe ricevere un credito dall’Utility che gestisce gli impianti da spendere per successive ricariche del proprio motore plug-in a emissioni zero.
Questo punto è stato dibattuto attentamente dai membri dell’Associazione americana per il progresso scientifico, riunitasi la settimana scorsa a San Diego, in California, anche perché l’Università del Delaware sta portando avanti gli studi con un consorzio di costruttori. Questo progetto, chiamato per ora V2G, potrebbe diventare presto realtà e permettere a ciascun automobilista, la cui auto fosse dotata di questa tecnologia, di ricevere la somma di oltre 200 euro al mese da parte del gestore della rete elettrica. E la cosa sarebbe fondamentale per lo sviluppo delle auto plug in che, pur costando di più, potrebbero dare al proprietario una piccolissima rendita mensile.
Cosa manca alla realizzazione di questo sistema? Un requisito è che ci dovrebbero essere tante auto con questa tecnologia, per immettere nella rete elettrica quantità apprezzabili di energia. In secondo luogo, dovrebbero essere costruiti impianti che permettessero il flusso elettrico in entrambe le direzioni, che andrebbe misurato “bidirezionalmente”.[!BANNER]
Poi c’è un terzo elemento: le batterie delle auto dovrebbero essere in grado sia di ricevere sia di rilasciare energia, senza per questo scaricare completamente il motore e lasciando una certa autonomia: il sistema, infatti, prevede che ogni auto dovrebbe riversare in rete solo la quantità di energia in eccesso rispetto ai propri bisogni. Il consorzio di costruttori ha aggiunto che la chiave per rendere economicamente valido il progetto è di avere numerosi veicoli in grado di immettere in rete una grande quantità di energia in modo da risultare autosufficienti. Tutto ciò senza portare a un accorciamento della vita delle batterie.
In realtà questa idea circola da anni negli Stati Uniti non soltanto relativamente alla tecnologia V2G ma anche in relazione al fatto che occorrerebbe creare batterie in grado di immagazzinare l’energia solare, punto fondamentale del processo di cui si è detto.
Se nel futuro immediato ci si aspetta che sia la California lo stato americano in cui le auto elettriche plug in avranno grande diffusione, è sulla costa atlantica, nel Delaware, in cui si sta lavorando più assiduamente per permettere ai consumatori di utilizzare la tecnologia V2G: è stata infatti promulgata una legge che impone ai gestori della rete elettrica di remunerare i proprietari di auto che immettono energia in rete con la stessa tariffa richiesta per ricaricare tali batterie. Ma l’avvento di contatori digitali, permetterà di differenziare le tariffe in base all’orario di utilizzo per cui per un’auto a pannelli solari sarebbe conveniente immettere energia durante le ore del giorno e ricaricarsi durante le ore notturne, quando le tariffe sono più basse.
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