Le invenzioni italiane che hanno fatto la storia dei motori
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Ecco alcune tra le più importanti innovazioni italiane che hanno cambiato radicalmente il mondo dell’auto.
Il legame tra l’Italia e il mondo dell’auto è reso indissolubile dai tanti costruttori che, oggi e come in passato, raggiungono l’eccellenza per quanto riguarda la tecnica e lo stile, soprattutto nell’elitario segmento delle supercar. Parliamo di marchi come Ferrari, il brand più forte al mondo, Lamborghini, Maserati, Pagani, Alfa Romeo e Lancia, nonché di carrozzerie come Pininfarina, Bertone, Zagato e Touring Superleggera.
Rivolgendo l’attenzione all’ingegneria dell’auto, un aspetto meno appariscente ma fondamentale, si scopre che sono molte anche le innovazioni tecniche nell’industria automotive introdotte da Case automobilistiche italiane o da ingegneri italiani e poi universalmente adottate da tutti i costruttori. Invenzioni che hanno cambiato radicalmente il modo di intendere l’auto e che probabilmente influenzano ogni giorno il nostro modo di guidare. Ne vediamo alcune tra le più importanti, con l’intento di valorizzare l’ingegneria italiana, spesso svalutata o caduta ingiustamente nel dimenticatorio.
Motore a combustione interna
Ebbene sì, è italiano il primo motore a combustione interna della storia. Alla metà dell’Ottocento, in un’Italia in pieno sviluppo industriale, i due ingegneri Eugenio Barsanti e Felice Matteucci intendono sviluppare un motore per azionare macchine utensili, alternativo rispetto alle macchine a vapore. La loro idea consiste nell’utilizzare una miscela gassosa che esplodendo produca movimento. Nel 1853 realizzano il primo prototipo funzionante di motore a scoppio, che troverà la prima applicazione industriale nel 1856 presso le Officine della Stazione ferroviaria Maria Antonia di Firenze. Sebbene non sia utilizzato su un veicolo, il motore Barsanti-Matteucci precede di alcuni anni i più famosi prototipi di Lenoir (1860) e Nikolaus Otto e Eugene Langen (1867).
Common Rail: un’innovazione per i diesel
Negli anni ’90 la Fiat fa debuttare sul mercato il Common Rail, una innovativa tecnologia di iniezione elettronica per i motori diesel oggi adottata dalla gran parte dei grandi gruppi automobilistici. Con il [glossario slug=”common-rail”] il carburante è contenuto in un condotto comune di accumulo (common rail appunto) ad alta pressione a cui sono collegati iniettori a comando elettroidraulico. Il carburante viene introdotto nell’accumulatore comune dall’apposita pompa ad una pressione (costante) fino a 1800 bar, mentre la centralina elettronica regola gli iniettori determinando quando e per quanto tempo essi devono restare aperti. Studiato dalla Magneti Marelli fin dal 1988 e ingegnerizzato dalla Bosch, il [glossario slug=”common-rail”] ha debuttato nel 1997 sull’Alfa Romeo 156 2.4 JTD. Rimasto un’esclusiva del Gruppo Fiat per due anni, successivamente è stato introdotto da tutti i grandi costruttori, contribuendo al successo dei motori diesel negli anni Duemila.
L’impianto elettrico di bordo
Nel 1913 debutta sulla Lancia Theta il primo impianto elettrico di serie a bordo di un’autovettura. La Theta, un grande successo commerciale per la Lancia, montava un impianto di produzione americana che funzionava con tensione di 6 Volt e comprendeva un generatore, due fari da 50 candele, due luci supplementari, una luce posteriore, un pulsante per il clacson e addirittura l’illuminazione del cruscotto. In più, era presente un motorino d’avviamento con comando a pedale, soluzione che sostituiva completamente la manovella d’avviamento anteriore (presente solo come accessorio nella dotazione dell’auto).
Scocca portante e sospensioni anteriori a ruote indipendenti
E’ sempre la Lancia, pochi anni dopo, a presentare due innovazioni che caratterizzeranno fortemente la produzione automobilistica degli anni a venire. Nel 1923 la Lambda porta al debutto su un’auto di serie un tipo di sospensione che teneva le ruote indipendenti, migliorando tenuta di strada e comfort di bordo. Ma non solo, la nuova vettura al posto di un telaio tradizionale a longheroni prevedeva una struttura in lamiera che funzionava come una trave unica, quella che poi sarà conosciuta come scocca portante.
Cambio automatico: non è americano…
Ampiamente utilizzato dai costruttori in tutto il mondo, il [glossario slug=”cambio-automatico”] ha origini italiane. Il primo brevetto di “cambio automatico progressivo di velocità” venne infatti registrato in Italia nel 1931 presso il Ministero delle Corporazioni – Ufficio delle proprietà intellettuali. L’inventore è l’italianissimo Elio Trenta di Città della Pieve, che però non riuscì a sfruttare economicamente le sua invenzione. Pochi anni dopo, sarà l’americana Oldmobile a portare sulle auto di serie una trasmissione completamente automatica.
La monovolume: un’idea tutta italiana
Nel 1956 la Fiat produce la prima “monovolume“, ossia una tipologia di carrozzeria che riunisce in un unico disegno i volumi del cofano, dell’abitacolo e del bagagliaio. Si tratta della 600 Multipla, una vettura economica che era in grado di ospitare sei passeggeri su tre file di sedili, nonostante la lunghezza contenuta in appena 3 metri e mezzo. Da notare che i sedili posteriori erano abbattibili, in questo modo si otteneva un volume utile di 1,75 metri quadrati. Sono proprio le caratteristiche di spaziosità e modularità dell’abitacolo alla base del successo delle moderne “monovolume”, tanto che a partire dagli anni ’90 quasi tutti i costruttori producono una vettura di questo tipo.
Pila elettrica: prima delle moderne batterie
L’industria automotive è sempre più orientata verso lo sviluppo dell’auto ibrida ed elettrica, in cui gli accumulatori di carica rivestono un’importanza fondamentale. Ricordiamoci che le auto elettriche di oggi non potrebbero funzionare senza l’antesignana delle moderne batterie, la celebre pila di Volta. Già nel lontano 1799, infatti, il comasco Alessandro Volta inventò il primo accumulatore statico di elettricità della storia. Data l’importanza della sua invenzione, fu insignito con una medaglia d’oro da Napoleone Bonaparte. Oggi gli accumulatori hanno una miriade di applicazioni, di cui quella sulle auto è solo una delle tante, ma forse quella che maggiormente caratterizzerà la mobilità del futuro.
L’autostrada: un nuovo modo di viaggiare
Ecco un’invenzione che non riguarda direttamente l’ingegneria del veicolo, ma che riveste comunque un’importanza fondamentale nella vita degli automobilisti in tutto il mondo: l’autostrada. Pochi sanno che è italiana la prima autostrada aperta al traffico della storia. Si tratta di un tratto della Milano-Varese (oggi A8) inaugurata nel 1924. Riconosciuta immediatamente come un modo più veloce e sicuro di viaggiare in auto, l’autostrada ebbe una larga diffusione in tutto il mondo.
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