L'indotto del settore auto torna a crescere
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Segnali di ripresa soprattutto dai mercati emergenti. Economie di scala, globalizzazione e investimenti sull’innovazione le armi del futuro
Dopo un 2009 difficile, si aprono i primi spiragli di luce per l’indotto del settore auto. Così dicono i numeri del mercato, soprattutto per quanto concerne i paesi emergenti, tornati a crescere proprio come nel periodo pre-crisi. Se i costruttori si alleano, le aziende che producono componentistica fanno lo stesso, puntando su aumento dei volumi, economie di scala, globalizzazione dei mercati e della produzione.
Presenza triplicata in India e nell’area mediterranea, raddoppiata in America Latina, e con un significativo + 30% in Cina. La strategia sembra funzionare, come riferisce anche Gabriele Allievi, direttore generale primo equipaggiamento Bosch Italia: “Siamo cautamente ottimisti nel prevedere per quest’anno uno sviluppo economico globale positivo”. Le stesse impressioni sono condivise dalla Camera di commercio di Torino che promuove l’Osservatorio della filiera automotive italiana.[!BANNER]
Accanto agli investimenti sul piano gestionale, i competitors sono orientati nel contempo a progettare nuovi brevetti, e ottimizzare il materiale esistente. Rimanendo su Bosch, nel solo 2009 il reparto ricerca e sviluppo ha ricevuto stanziamenti per 3 miliardi di euro. Denaro destinato all’implementazione su due fronti, “le soluzioni per veicoli elettrici e ibridi – riprende Allievi – e il miglioramento dei motori a combustione interna al fine di ridurre i consumi e le emissioni”.
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