Deliberato, dopo molti ripensamenti, il piano Alfa Romeo sino al 2014: il “cuore sportivo” attacca l’America ma perde la gamma delle sportive…
Deliberato, dopo molti ripensamenti, il piano Alfa Romeo sino al 2014: il “cuore sportivo” attacca l’America ma perde la gamma delle sportive…
Il piano del ritorno dell’Alfa Romeo negli Stati Uniti, dopo tanti ripensamenti e la ridefinizione dello stile della Giulia, è stato finalmente deliberato.
A fare da apripista sul difficile mercato americano sarà tra un anno l’emozionante Alfa Romeo 4C, la cui versione “quasi di serie” vedremo tra qualche giorno al Salone di Francoforte.
Pienamente condivisibile la scelta di affidare il palcoscenico del ritorno ad un prodotto dai limitati volumi di vendita ma dall’immagine fortemente evocativa del cuore sportivo e della diversità del DNA Alfa Romeo.
Il prodotto che sosterrà i volumi di vendita previsti – 85.000 Alfa Romeo americane a regime nel 2014 – sarà anche il primo SUV con marchio del Biscione. Sviluppato in collaborazione con Dodge, Jeep, Lancia e Fiat, nascerà sull’ormai famosa piattaforma C/D Evo che – dopo l’esordio con la Giulietta – equipaggerà, grazie all’estrema flessibilità, tutte le vetture medie del gruppo Fiat/Chrysler della prossima generazione.
Nell’ordine la prima al debutto sarà la compatta Dodge nel 2012, poi i suv compatti Alfa Romeo e Jeep, la nuova Fiat Bravo Crossover, l’erede della Lancia Delta e a seguire l’Alfa Giulia, berlina e station wagon, nel 2013.
I risultati del gruppo saranno quindi legati ai risultati dei prodotti dei diversi brand realizzati sulla piattaforma C/D. Dunque largo al SUV Alfa Romeo che si confronterà con Audi Q3 e Q5, BMW X1 e X3, Mercedes GLK, Range Rover Evoque e la futura Porsche Cajiun.
Una partita che non preoccupa sul piano della qualità e della tecnologia, ma nella quale l’impatto emozionale dello stile gioca, ancora una volta, un ruolo fondamentale. Il SUV Alfa Romeo, di cui vedremo forse il concept a Francoforte, dovrebbe coprire circa un terzo delle 85.000 Alfa americane previste a regime, quindi un ruolo importante, inimmaginabile sino a qualche anno fa come simbolo di un marchio sportivo; ma se ci sono già passati con successo Porsche e BMW perché non dovrebbe farcela Alfa Romeo?
Protagonista assoluta della presenza del marchio del biscione negli States sarà la berlina/station Giulia, della quale, come noto, Marchionne ha imposto una decisa ridefinizione dello stile, conscio dell’importanza che per un brand emozionale come Alfa Romeo l’impatto visivo deve avere. Significa aver posticipato di almeno un anno il debutto della Giulia e questo dà un’idea del delicato compito che attende la nuova berlina sportiva nell’ennesimo confronto diretto con le rivali tedesche.
Al di là delle decine di rendering, più o meno fantasiosi, che viaggiano sul web, la linea della Giulia è ancora top secret e credo che lo resterà più a lungo possibile per aumentare l’attesa su un’auto fondamentale per il futuro del marchio e che dovrà segnare un nuovo corso anche tecnico, col ritorno ai motori plurifrazionati.
Ci dovrebbe essere in questo quadro anche la Giulietta ristilizzata, ma certo con un ruolo relativamente marginale, posto che le due volumi compatte non rientrano per il momento nelle preferenze dei consumatori americani.
Dunque il quadro è completo, ma non manca qualcosa? Certo, mancano le sportive: una Coupè, o Sprint per usare la terminologia Alfa Romeo, e una Spider, che non può assolutamente mancare nella gamma di chi ha segnato la storia dell’automobile scoperta con la Giulietta e la Duetto.
Sulla Spider la partita non è ancora chiusa e resta la speranza che un capolavoro stilistico assoluto come la concept Pininfarina 2ettottanta, vista a Ginevra nel 2010, resti ancora attuale e personale anche nel 2015. Ma se l’incertezza sulla Spider già mi lascia sconcertato, la mancanza assoluta di una Sprint su base Giulia o Giulietta mi getta nel più nero sconforto.
Pur con le debite attenzioni per la fattibilità industriale, non riesco a credere che non ci siano risorse di realizzazione, potenzialità di mercato e di margini per un coupè del Biscione da contrapporre a Bmw Serie 3, Mercedes Classe C, Audi TT e A5 e Volkswagen Scirocco.
Le componenti meccaniche non dovrebbero creare problemi di sinergie di gruppo, il tema è la carrozzeria; possibile che non si riesca a produrre una variante di carrozzeria senza annullare i margini? Non ci credo e continuo a pensare che nella gamma Alfa Romeo non possono mancare una Giulia (o una Giulietta) nelle declinazioni Sprint e Spider.
Ultima notazione. Tutti i tre blasonati concorrenti, BMW, Audi e Mercedes, hanno in gamma le berline “quasi coupè”, cioè con linee slanciate e quattro porte, secondo il fortunato filone aperto dalla prima generazione della Mercedes CLS. Possibile che un marchio sportivo per eccellenza non abbia nulla di questo genere in gamma?
Mi auguro che arrivino tempi migliori che permettano future integrazioni del piano di sviluppo per “il cuore sportivo” del gruppo, l’arrugginito mito Alfa Romeo lo meriterebbe.