I “nasi” a scalino caratterizzeranno le “brutte F1 2012”. Intanto i costruttori alzano la voce e i piloti fanno tattica.
I “nasi” a scalino caratterizzeranno le “brutte F1 2012”. Intanto i costruttori alzano la voce e i piloti fanno tattica.
Febbraio è il mese delle presentazioni delle monoposto e dei primi passi in pista, che quasi mai danno indicazioni attendibili, ma in compenso scatenano previsioni, commenti, battute che preparano all’inizio del più grande spettacolo del mondo, con la gara d’esordio a marzo in Australia.
Di carne al fuoco ce n’è in abbondanza a caratterizzare questa nuova stagione del Circus. Una prima novità di forma è stata la presentazione della Ferrari F1 2012 (visibile nelle foto ufficiali) solo in “virtuale” sul web a causa della neve caduta in Emilia-Romagna. Una rivoluzione, perché se nel mondo della F1 c’era una tradizione intoccabile quella era la presentazione della rossa a Maranello ed i primi passi in pista sotto gli occhi della crema del giornalismo sportivo internazionale. Un grande evento, sostituito, con un brusco passaggio culturale, da una presentazione a distanza. Il grande Enzo, il Drake, non avrebbe approvato e avrebbe spostato la data di presentazione, ma il suo mondo certo non esiste più, neppure in Formula 1.
La novità più immediatamente percepibile della stagione 2012, sarà senz’altro la fioritura delgli scalini in stile Red Bull che caratterizzeranno quest’anno oltre alla Ferrari, anche McLaren, Lotus, Caterham, Toro Rosso… praticamente tutte. Senza il gioco dei flussi degli scarichi, la rincorsa all’emulazione dello strepitoso bilanciamento della Red Bull ha prodotto una fioritura di nasi che hanno abbassato la parte anteriore del muso, sempre alla ricerca dell’ottimizzazione aerodinamica, ma con i vincoli imposti dalle norme sulla sicurezza.
Vedremo i risultati, se gli altri si avvicineranno alle prestazioni super della Red Bull, se non ci si inventeranno nuovi escamotage per aggirare i regolamenti. Magari, se i valori in pista saranno meno disomogenei, avremo anche la risposta all’interrogativo che attanaglia gli appassionati.
Il ragazzino terribile Sebastian Vettel, ormai bicampione del mondo, è davvero un fuoriclasse o solo un buon pilota che ha saputo sfruttare al meglio il netto predominio tecnico della Red Bull? A vetture che si equivalgono, il ragazzino sarà in grado di mantenere e confermare il titolo? Tutto da verificare, anche perché Red Bull ostenta una certa sicurezza di saper conservare il vantaggio sugli inseguitori.
Il calendario delle gare è ancora più ampio con 20 Gran Premi, dei quali uno, quello degli USA, ancora da definire. E proprio il calendario evidenzia un altro importante segnale di cambiamento. La centratura mediatica si sposta infatti sempre di più sui paesi della nuova economia, gli emergenti che contano- Australia, Malesia, Cina, Barhain, Singapore, Corea del Sud, Abu Dhabi, Giappone, India, Brasile. Se aggiungiamo Usa e Canada, al vecchio continente restano solo 8 gare su 20.
Anche il mondo dei piloti ha animato questa prepartenza del Campionato. La notizia più clamorosa è il ritorno di Kimi Raikkonen con la nuova Lotus E20. Kimi è impenetrabile e misurato come sempre, il contrario delle dichiarazioni guascone che hanno accompagnato il deludente ritorno di Michael Schumacher, ma i dubbi sulla sua rentrée sono comunque molti e Kimi se la dovrà sudare alle prese con una macchina completamente nuova.
L’altro interrogativo è il ritorno di Robert Kubica, dopo la lunga assenza. Kubica è un pilota quotatissimo, in odore di Ferrari post Massa tanto per dirne una, ma la gravità dei problemi fisici subiti nel drammatico incidente di un anno fa gli ha fatto già perdere una stagione ed il sicuro ingaggio in una delle tre squadre di vertice.
Riuscirà poi Louis Hamilton a non buttare un altro mondiale con “l’auto scontro” e le sue intemperanze e ingenuità, come ha fatto lo scorso anno? L’incredibile grinta di Fernando Alonso troverà finalmente una Ferrari più competitiva a sostenere le sue ambizioni di vittoria?
Felipe Massa, atteso all’ultima occasione per conservare il suo posto in Ferrari, avrà esaurito la sua super carica di sfiga e dimostrerà di essere vicino, nelle prestazioni e nei risultati, all’esuberante capo squadra Fernando? Ma davvero Michael Schumacher, sempre più patetico, riuscirà ad essere almeno allo stesso livello del bravo, non irresistibile, Nico Rosberg?
Questi i principali temi in pista, ma il 2012 è anche un anno che si annuncia cruciale per l’esito della guerra, a volte garbata a volte scomposta, tra costruttori, FOTA (l’associazione dei team), Ecclestone, piloti, sponsor, media e chi più ne ha più ne metta, per il controllo di quel mega business che il mondiale di Formula 1 costituisce e per la definizione delle nuove regole, tecniche e organizzative che ne regolamentano la vita.
I costruttori vogliono avere maggior peso in entrambi i fronti, ma sul come sono divisi tra due fazioni, delle quali una, la più dura, è capeggiata dalla Ferrari. Ci sono in ballo tanti soldi, la definizione della F1 di domani ed anche, per nostra fortuna, lo spettacolo sportivo.
Tutte le parti in gioco sanno benissimo che il Circus si regge sulla passione del pubblico e che un calo di audience avrebbe effetti disastrosi sul massimo campionato automobilistico. In effetti qualche segnale di disaffezione si è già verificato nei momenti in cui le gare sono diventate noiose o monopolizzate da un unico protagonista.
Attenzione massima a che il prezioso giocattolo non si rompa. Speriamo di divertirci molto, con l’agonismo e i duelli appassionanti che hanno costruito la leggenda della Formula 1, e che nessuno rovini il nostro giocattolo preferito.