200 anni di storia che rendono Peugeot un costruttore diverso rispetto agli altri e dovrebbero portarlo nel 2015 a scalare 3 posti a livello mondiale
200 anni di storia che rendono Peugeot un costruttore diverso rispetto agli altri e dovrebbero portarlo nel 2015 a scalare 3 posti a livello mondiale
1810 – 2010 duecento anni sono passati da quando Jean Pierre II e Jean Fréderic, rampolli di una famiglia che nella Franca Contea possedeva mulini e filande, decisero di trasformare un mulino in un’officina di produzione di lamine e attrezzi.
Era l’inizio dell’era industriale in Francia e i due Peugeot, anziché continuare a godere del tranquillo benessere che derivava alla famiglia dalla macinazione del grano che tutti i contadini della zona portavano ai loro mulini, iniziarono a produrre tutto ciò di cui quei contadini avevano bisogno. Prima la fonderia, poi l’acciaieria e la lavorazione del legno, fu così che i macinatori di grano divennero produttori di seghe, lame, attrezzi, utensili, macinacaffè, corsetti per sostenere le voluminose gonne a pallone che la moda parigina aveva imposto.
I Peugeot lavoravano con cura e qualità e dal 1858 adottarono il leone come simbolo della forza e flessibilità delle loro ormai celebri lame. L’automobile nasce alla fine del secolo ed è Armand Peugeot che, inizialmente senza il sostegno della famiglia, decide che il futuro è nella locomozione. Inizia a produrre tricicli, poi biciclette, moto e alle soglie del nuovo secolo, nel 1896, automobili.
E’ un successo travolgente, che riunirà di nuovo la famiglia in una realtà produttiva e sociale unica, che vedrà sempre i Peugeot alla guida di quella che è ancor oggi la più antica famiglia di produttori di automobili. La storia automobilistica del secolo che ha traghettato Peugeot nel nuovo millennio è nota, grazie alla grande popolarità e al successo che le automobili del leone hanno sempre riscosso.
Dalla piccola Bèbè progettata nel 1913 da Ettore Bugatti, alla 201 che inaugura le sigle “a tre cifre con lo zero al centro”, passando per la 403 del ’55, nata della collaborazione con Pininfarina, per arrivare allo strepitoso successo della 205, sino alla gamma attuale, destinata ad essere rivoluzionata da una valanga di novità da qui al 2015, è lecito domandarsi cosa abbia reso quella Peugeot una realtà di successo così solida nel turbolento mondo dell’auto.[!BANNER]
Perché un produttore generalista ha una così ampia popolarità e fidelizzazione? Una risposta ce l’ha data una visita “in terra Peugeot”, organizzata per raccogliere insieme in un unico evento la celebrazione dei 200 anni di atttività, l’inaugurazione della nuova sezione del museo storico “L’aventure Peugeot” e il raduno dei club storici di tutto il mondo che hanno portato nella tana del leone, nella Franca Contea, rigorosa e protestante, a Sochuaux e dintorni, oltre 500 Peugeot d’epoca in una fantastica rappresentazione dal vivo della storia del marchio.
Improvvisamente tutto è chiaro, certo che il leone è così forte, qui tutto, da sempre è Peugeot, la memoria, le generazioni correnti, quelle future. Anche chi non lavora in Peugeot se ne sente comunque parte. Nemmeno una Renault sulle strade, rarissime tutte le altre marche, i ritmi di vita sono scanditi dal rigore degli orari di fabbrica, alle sette di sera tutto è chiuso, perché – si giustifica il giovane portiere del piccolo hotel che ci ospita a Montbeillard – “qui tutti lavorano per Peugeot e si va a dormire presto”.
La famiglia Peugeot da sempre ha un ruolo fondamentale e fortemente simbolico in questa totale identificazione con l’azienda. I Peugeot sono tra la gente comune che lavora per loro, senza scorte, senza cerimonie o auto di rappresentanza, senza alcuna distanza, anche solo formale, che li renda diversi dalla loro gente.
Xavier Peugeot ad esempio, 45 anni, Direttore Marketing e Comunicazione, ha fatto pazientemente la fila alla mensa confuso tra i 1400 appassionati, i giornalisti, gli addetti ai lavori, gli operai. Allo stesso modo anche i suoi figli, seduti in pullman come capitava con tanti altri ragazzi della loro età. Potrei citare tanti altri episodi di questa normalità del vertice della famiglia che vive con semplicità, passione ed entusiasmo in mezzo alla sua gente.
Si capisce perché tutti si sentano Peugeot, è la loro azienda, la loro vita, la loro socialità, la cultura, la memoria, il futuro. Tutti sono orgogliosi di lavorare in Peugeot, di sentirsi Peugeot.
Orgoglio è la parola che abbiamo sentito pronunciare più spesso a Sochaux, non dai manager ma dalla gente comune. Colpisce e ci si trova a pensare a quanto diversa è l’atmosfera che si respira di fronte a manager supponenti, arroganti, distanti che siedono ai vertici di alcuni grandi marchi automobilistici.
Ed è probabilmente questo valore, questa diversità che ha fatto di Peugeot un colosso, un marchio globale così amato.