La nuova edizione del New Beetle ritorna alle proporzioni vincenti della storica e fortunata antenata: stavolta sarà davvero un successo?
La nuova edizione del New Beetle ritorna alle proporzioni vincenti della storica e fortunata antenata: stavolta sarà davvero un successo?
Il New Beetle è stato uno dei primi tentativi di rievocare un grande mito del passato, di reinterpretare stilisticamente il design caratterizzante che ha fatto la fortuna commerciale di un “classico”. Dopo il Maggiolino, tanti altri tentativi – tra tutti ricordiamo Mini e 500 – diventati nel tempo simbolo di un’idea vincente, sia in termini di vendite che d’immagine.
Presentato nel 1999 e progettato su base Volkswagen Golf, il New Beetle era pensato per far innamorare sia gli europei che gli americani, il pubblico giovane e quello femminile in particolare. E la trovata del piccolo vaso da fiori inserito nella plancia era solo una delle tante chicche studiate per suscitare simpatia. Le aspettative commerciali erano elevate ma, rispetto alla Golf, la New Beetle era molto più cara (circa il 30%), meno capiente, anche se ampiamente personalizzabile nell’allestimento. Sebbene alla berlina sia presto seguita l’immancabile versione Cabriolet, il successo tanto atteso è rimasto tale e in Europa l’erede del Beetle è stata un vero e proprio flop.
Solo sul mercato americano è riuscita a ritagliarsi una propria nicchia di mercato tra i prodotti di tendenza. Cosa non ha funzionato? Secondo me proprio alcune scelte legate allo stile. Il New Beetle si compra per la linea e il design è stato proprio il motivo del suo parziale insuccesso. La caratteristica di stile del Maggiolino era nelle rotondità perfette dei due volumi, nella proporzione tra il frontale e il corpo bombato del padiglione in linea continua. L’insieme suggeriva slancio, simpatia e sensazione di robustezza. Difficile replicare il magico equilibrio di volumi dell’antenata e infatti il nuovo Maggiolino soffriva della scelta di annegare lo specchio di coda all’interno dei parafanghi anziché accentuare la bombatura come nell’originale.
Insomma pur essendo complessivamente grazioso, il nuovo non ha mai avuto l’autorevolezza in strada che caratterizzava il classico Maggiolino. Ora, dopo 11 anni e tre serie di Golf, il New Beetle chiude la sua lunga carriera per lasciare il passo alla seconda edizione, che verrà presentata tra poche settimane negli USA e che sarà sui mercati europei dalla prossima primavera.[!BANNER]
Oltre alla meccanica della Golf VI, alle maggiori dimensioni, alle nuove motorizzazioni, anche ibride, la New Beetle 2 ritroverà anche quel rapporto tra i volumi che mancava alla prima serie. Le immagini delle vetture in test, ormai senza camuffature, danno, proprio nelle viste su strada, la chiave d’intervento stilistico che differenzia profondamente la seconda edizione.
Restano i fari tondi, ma i parafanghi diventano più importanti e la parte posteriore assume volumi più rotondeggianti, con una perfetta bombatura continua e con l’effetto complessivo di riprodurre fedelmente le proporzioni tra i volumi dello storico Maggiolino. Molto, molto meglio, un buon lavoro di design che centrerà l’obiettivo mancato dal primo New Beetle, quello di diventare un prodotto di successo come Mini e 500.
D’altronde per un’auto come questa il design, o meglio le emozioni che la linea è in grado o meno di evocare, costituiscono la vera chiave del successo. Il New Beetle 2 da questo punto di vista è un bel passo avanti, speriamo quindi che le politiche commerciali non ne affossino il possibile riscontro commerciale.